Entrare in un aeroporto significa spostarsi, attraversare, passare oltre. In quello di Malpensa, però, il gesto più automatico — camminare — si carica improvvisamente di un significato decisamente più profondo. Sotto i piedi dei viaggiatori prende forma White Entropy, un’opera che si consuma passo dopo passo e che richiama simbolicamente il destino dei grandi ghiacciai alpini. Un’immagine che non resta immobile, ma reagisce al nostro passaggio, trasformando il transito quotidiano in un atto di consapevolezza legato alla crisi climatica.
- Malpensa, White Entropy: camminare sull’immagine del ghiaccio che scompare
- Un’installazione pop nel luogo del passaggio per eccellenza
Malpensa, White Entropy: camminare sull’immagine del ghiaccio che scompare
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. White Entropy è un’installazione firmata da Jacopo Di Cera che nasce da una profonda riflessione sul paesaggio alpino e sul ruolo dell’uomo nella sua trasformazione. Al centro del progetto c’è una grande stampa calpestabile che riproduce il letto glaciale del Monte Bianco.
Non è per una semplice fotografia, ma una superficie viva, destinata a deteriorarsi nel tempo, proprio come il ghiaccio reale a cui si ispira.
L’artista adotta uno sguardo zenitale, osservando la montagna dall’alto, come se fosse un corpo inciso da ferite visibili solo a distanza. Il bianco della neve — simbolo di purezza e immobilità — diventa così il punto di partenza per raccontare un processo di trasformazione irreversibile. Il termine “entropia” non è casuale: indica una perdita di equilibrio, un cambiamento continuo che descrive perfettamente ciò che sta accadendo ai ghiacciai alpini.
Il gesto del visitatore è così semplice da essere quasi involontario: camminare. Eppure ogni passo graffia, sporca, cancella una parte dell’immagine. Quello che si consuma sotto i piedi è una fotografia, ma ciò che viene evocato è un ecosistema reale, fragile, già compromesso. L’opera non chiede di essere solo guardata, ma vissuta fisicamente, trasformando lo spettatore in parte attiva del processo di deterioramento.
Un’installazione pop nel luogo del passaggio per eccellenza
La scelta di collocare White Entropy all’interno dell’aeroporto di Milano Malpensa non è casuale. È uno dei luoghi simbolo della velocità contemporanea, del movimento continuo, della distrazione. Un luogo nel quale l’opera introduce una sospensione inattesa: costringe a rallentare, anche solo per un istante, e a prendere coscienza del proprio impatto.
L’installazione è parte del programma culturale legato alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 ed è promossa da SEA Milan Airports con la collaborazione di GLAC Consulting e Deodato Arte. L’ingresso è libero e la mostra rimarrà visibile per quattro mesi, durante i quali l’immagine continuerà a deteriorarsi in modo graduale e inesorabile, proprio come accade all’ambiente naturale.
In questo contesto, la montagna “capovolta” smette di essere un semplice paesaggio da cartolina e diventa testimone silenziosa, memoria visiva di un cambiamento che spesso fatichiamo a percepire nella vita quotidiana. Jacopo Di Cera non si limita a documentare: trasforma la fotografia in esperienza, la visione in percezione, l’arte in uno strumento di presa di coscienza.
E White Entropy funziona perché parla un linguaggio immediato, pop nel senso più alto del termine: accessibile, diretto, fisico. In un luogo attraversato da migliaia di persone ogni giorno, l’opera riesce a insinuare una domanda scomoda ma necessaria. Quanto stiamo deteriorando il nostro ambiente, senza accorgercene, mentre continuiamo a camminare?