Nasce sul web il museo dei suoni perduti

Si chiama Conserve the sound il sito tedesco che conserva i suoni di antichi oggetti (quasi) dimenticati

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Ci sono oggetti del passato che facevano rumori ben precisi, rumori scolpiti nella memoria di chi, quegli oggetti, li teneva tra le mura di casa: lo scatto di una Polaroid, il nastro di una musicassetta che si riavvolge, la rotella di un vecchio telefono. Suoni che rischiano di scomparire per sempre, col passare degli anni: nei più grandi il ricordo si affievolisce, e le nuove generazioni non li hanno mai sentiti.

Tuttavia, proprio come fossero una specie in via d’estinzione, quei suoni vengono oggi difesi e preservati. Il merito va a Conserve the sound, un vero e proprio museo online a tutela dei suoni (quasi) perduti. Volete ritrovare, o ascoltare per la prima volta, il suono di un walkman, di una macchina da scrivere, dei primi modelli di cellulare? Conserve the sound è la risposta.

Progetto made in Germania, il sito ha una grafica pulita e minimalista. Gli oggetti sono ritratti in fotografie dallo sfondo neutro, e basta cliccarci sopra per ascoltare quei suoni. Alcuni ci risulteranno familiari, altri saranno invece una vera sorpresa. Se a molti di noi sarà capitato, magari nei ricordi di bambino, di sentire il “click” dello sportellino di una videocamera, o lo strano rumore di un numero “digitato” utilizzando la rotella del telefono, pochi possono dire di conoscere il suono di una cassetta che si inseriva nella Nes di Nintendo (1983), o di un proiettore anni Sessanta che proiettava i film su nastri 8 millimetri.

Così, tra vecchi telefoni e macchine per il cucito, tra gli attrezzi da cucina e le calcolatrici analogiche, Conserve the sound regala ai più adulti malinconici momenti di nostalgia, e apre ai più giovani una porticina sul passato. Perché è vero che la tecnologia ci ha migliorato la vita, ma è altrettanto vero che tutti i ritrovati hi-tech di oggi non esisterebbero senza il passato. Un passato che non è fatto solo di fotografie in bianco e nero, dei ricordi di un nonno, di un vecchio oggetto che – prima funzionante – è oggi un pezzo vintage in esposizione sulla libreria di casa. Il passato è fatto anche di suoni, e ascoltarli aiuta a non dimenticare.

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