Pesticidi, questo è l'ortaggio più avvelenato: danni alla salute

Ortaggi, frutta e verdura fanno bene al nostro organismo ma alcuni di essi sono fortemente contaminati. Andiamo a vedere quali sono.

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Content writer, video editor e fotografa, ha conseguito un Master in Digital & Social Media Marketing. Scrive articoli in ottica SEO e realizza contenuti per social media, con focus su Costume & Società, Moda e Bellezza.

Ogni giorno consumiamo frutta e ortaggi che, purtroppo, sono fortemente contaminati dalla presenza di pesticidi, diserbanti e altre sostanze chimiche dannose per la salute umana e per l’ambiente.

La Dirty Dozen

Nel 2023, la rete di attivisti americani Environmental Working Group (EWG) ha pubblicato la Dirty Dozen, ovvero la “sporca dozzina”: una classifica che raccoglie i frutti, le verdure e gli ortaggi più contaminati dai pesticidi.

In questa lista ci è presenza di fragole e spinaci, che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione, ma anche nuovi nomi come mirtilli e fagiolini. A sorprendere di più è la presenza del cavolfiore, un ortaggio molto nutriente e ricco di proprietà benefiche per il nostro organismo, che si trova al terzo posto della classifica generale di EWG.

Il cavolfiore è un alimento ricchissimo di fibre, acidi grassi omega 3 e omega 6, calcio e ferro. Addirittura, il quantitativo di ferro che apporta è superiore a quello della carne a parità di peso, ma rappresenta una scelta più sostenibile e generalmente più sana rispetto ad essa.

Purtroppo, la presenza di sostanze tossiche dovute ai pesticidi altera i benefici del cavolfiore e della verza, che occupa la stessa posizione nella classifica. Gli insetticidi neurotossici vietati e tuttavia ancora utilizzati sono la principale causa della contaminazione del cavolfiore e degli altri ortaggi presenti in classifica.

Com’è cambiato il metodo di valutazione

Nel 2025 la Dirty Dozen è stata aggiornata, confermando spinaci e fragole ai vertici della classifica anche nell’ultima edizione. A cambiare, però, è il metodo di valutazione: oltre alla quantità e alla frequenza dei residui, l’analisi tiene conto anche della tossicità intrinseca delle sostanze rilevate, offrendo un quadro più realistico dell’esposizione chimica quotidiana.

L’indagine più recente si basa sull’analisi di oltre 53mila campioni di frutta e verdura non biologiche, testate dopo il lavaggio, la sbucciatura o la semplice strofinatura, replicando le normali pratiche domestiche. I residui individuati rappresentano quindi ciò che resta effettivamente nel piatto del consumatore.

Accanto alle conferme, emergono anche novità rilevanti: nel 2025 entrano per la prima volta nella Dirty Dozen le more, caratterizzate da un’elevata presenza di fungicidi e insetticidi, mentre tornano in classifica le patate, per la presenza di sostanze applicate durante la fase di conservazione post-raccolta.

I danni dal consumo di prodotti con pesticidi

Numerosi studi hanno infatti dimostrato che l’esposizione ai pesticidi tramite il consumo di frutta, verdura e ortaggi contaminati può causare gravi danni alla salute. Tale assunzione comporta un aumento del rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative, come il cancro, il diabete e l’asma. È dunque importante prestare attenzione alla qualità dei prodotti che acquistiamo, scegliendo quelli biologici e coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche dannose.

La letteratura scientifica più recente associa l’esposizione ai pesticidi anche a interferenze endocrine, effetti sul sistema nervoso e possibili alterazioni dello sviluppo, soprattutto nei bambini. Un ulteriore elemento di criticità riguarda l’effetto cumulativo: l’assunzione simultanea di più residui chimici potrebbe generare impatti maggiori rispetto all’esposizione a una singola sostanza.

Come difendersi e cosa acquistare

L’EWG sottolinea che la Dirty Dozen non nasce con intenti allarmistici, ma come strumento informativo. L’obiettivo è aiutare i consumatori a capire quando convenga orientarsi verso il biologico, in particolare per gli alimenti consumati con maggiore frequenza. Studi osservazionali mostrano infatti una riduzione dei pesticidi rilevati nelle urine dopo il passaggio da una dieta convenzionale a una biologica.

Per chi non ha la possibilità di acquistare sempre prodotti bio, esiste un valido supporto: la lista Clean Fifteen, che raccoglie frutta e verdura con i livelli più bassi di residui. Un riferimento utile per fare scelte più consapevoli, senza rinunciare al consumo di alimenti fondamentali per una dieta equilibrata. Infine, anche se il lavaggio non elimina completamente i pesticidi, una pulizia accurata sotto acqua corrente resta una buona pratica quotidiana, utile a ridurre residui superficiali, sporco e batteri.

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