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Questo frutto insospettabile ha meno pesticidi di tutti: lo puoi mangiare senza problemi

Qual è il frutto che contiene meno pesticidi? Il più sicuro di tutti è quello che non ti aspetti. Scopri qual è.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Se parliamo di sicurezza alimentare, dobbiamo sapere che c’è un frutto sempre più presente nei nostri supermercati, amato dai nutrizionisti e protagonista di tantissime ricette salutari. E che, soprattutto, è quasi del tutto privo di pesticidi! La sua buccia è in grado di agire come una barriera naturale, proteggendolo dai contaminanti più pericolosi. Ma di quale frutto si tratterà mai? Non ci resta che provare a scoprirlo insieme.

Quali sono i frutti che contengono più pesticidi

La frutta è senza dubbio una componente fondamentale di una dieta equilibrata, ma alcuni dei suoi rappresentanti più amati nascondono un lato oscuro.

Secondo il dossier annuale dell’EWG (Environmental Working Group), ci sono alcuni frutti che sistematicamente presentano residui di pesticidi in quantità elevata.

Le fragole, per esempio, sono in cima alla classifica dei più contaminati: circa il 90% dei campioni analizzati presenta almeno due tipi diversi di residui chimici. Le affiancano le mele, che rappresentano un altro frutto spesso coltivato con un uso intensivo di fitofarmaci. Non va meglio con pesche e uva, entrambe frequentemente colpite da funghi e insetti, e quindi trattate con numerose sostanze chimiche per garantirne l’aspetto e la conservazione.

La loro presenza in questa lista non significa che vadano evitate, ma è consigliabile lavarle con grande attenzione, o acquistarle da coltivazioni biologiche.

Quali sono i frutti che contengono meno pesticidi

Accanto alla “sporca dozzina” dei frutti più contaminati, l’EWG presenta anche una “lista pulita”, nota come “Clean Fifteen”.

In questa classifica rientrano alcuni frutti che, per le loro caratteristiche fisiche o per le tecniche di coltivazione, risultano meno esposti all’accumulo di pesticidi.

Tra questi spiccano l’ananas, grazie alla sua scorza spessa e coriacea, e la papaya, spesso coltivata in ambienti che richiedono meno trattamenti chimici. Anche il melone verde e il cocomero fanno parte dei “virtuosi”. Il discorso è lo stesso: la loro buccia spessa protegge efficacemente la polpa interna, riducendo la necessità di spruzzare sostanze nocive. Da non dimenticare, infine, il kiwi, che, pur essendo più piccolo e delicato, mostra livelli sorprendentemente bassi di contaminanti nelle analisi ufficiali.

Il frutto che contiene meno pesticidi è l’avocado

Il frutto che però contiene meno pesticidi è l’avocado.

Simbolo delle diete salutiste e protagonista indiscusso delle nostre tavole da ormai alcuni anni, è anche il frutto che – dati alla mano – contiene meno residui in assoluto. Meno del 2% dei campioni analizzati presenta infatti tracce rilevabili di fitofarmaci.

Il merito va ancora una volta alla sua buccia: spessa, resistente e particolarmente oleosa, in grado di creare una barriera naturale che protegge la polpa interna dai trattamenti chimici. Questo fa sì che, anche nei casi in cui vengano utilizzati dei pesticidi, essi rimangano in superficie e non penetrino all’interno.

Il motivo però è anche un altro. La buccia dell’avocado consente un uso ridotto di pesticidi poiché rappresenta una vera e propria barriera fisica contro i parassiti. Un dettaglio importante, ma riduce notevolmente la necessità per gli agricoltori di ricorrere a insetticidi e altri trattamenti, almeno rispetto ad altri frutti più diffusi.

Insomma, protegge sia dai parassiti che dall’intervento umano!

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