Tra i misteri più inquietanti e affascinanti dell’universo ci sono i buchi neri. Questi oggetti celesti, con una gravità così intensa da non lasciare scampo nemmeno alla luce, da sempre alimentano timori e teorie estreme. Ma il caso che oggi tiene col fiato sospeso la comunità scientifica ha dell’incredibile: un buco nero, identificato come RACS J0320–35, sta crescendo a un ritmo che supera di 2,4 volte quello ritenuto teoricamente possibile.
- Dove si trova e quanto è grande
- La scoperta grazie al telescopio Chandra
- Il limite di Eddington: la regola che viene infranta
- Perché è così importante
- C’è pericolo per la Terra?
- I prossimi passi della ricerca
Dove si trova e quanto è grande
Questo colosso cosmico è situato a 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra. Nonostante la distanza abissale, la sua scoperta ha avuto un impatto enorme perché fornisce uno sguardo diretto all’universo primordiale: la sua luce, infatti, ci arriva da un’epoca in cui l’universo aveva meno di un miliardo di anni. E non parliamo di un buco nero “medio”: la sua massa è stimata attorno a un miliardo di volte quella del Sole, rientrando così nella categoria dei supermassicci.
La scoperta grazie al telescopio Chandra
A rivelare la sua voracità è stato il Chandra X-ray Observatory della NASA, progettato per catturare emissioni di raggi X provenienti da oggetti estremamente energetici. È grazie a questi dati che gli scienziati hanno potuto calcolare il ritmo di crescita impressionante di RACS J0320–35. L’autore dello studio, Luca Ighina del Center for Astrophysics Harvard-Smithsonian, ha dichiarato che “è stato scioccante osservare un buco nero crescere con una rapidità così sorprendente”.
Il limite di Eddington: la regola che viene infranta
Normalmente, la velocità con cui un buco nero può inghiottire materia è regolata dal cosiddetto limite di Eddington. Questo concetto descrive l’equilibrio tra la gravità che trascina dentro il materiale e la pressione della radiazione che tende a respingerlo verso l’esterno. In teoria, superato questo limite, la crescita dovrebbe arrestarsi. Ma RACS J0320–35 sta divorando polveri, gas e detriti stellari senza rallentare, arrivando a “inghiottire” l’equivalente di 300 fino a 3.000 Soli all’anno. Una quantità che lascia sbalorditi gli astrofisici.
Perché è così importante
Oltre alla sua crescita fuori scala, questo buco nero emette una quantità di raggi X superiore a qualsiasi altro osservato nel primo miliardo di anni di vita dell’universo. Capire come riesca a superare i limiti teorici significa mettere in discussione parte delle nostre attuali conoscenze sulla fisica dei buchi neri e sull’evoluzione delle galassie. Non a caso, lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, una delle riviste più autorevoli in campo scientifico.
C’è pericolo per la Terra?
Nonostante titoli apocalittici, gli esperti rassicurano: la Terra non corre alcun rischio immediato. La distanza enorme ci protegge da qualunque possibile conseguenza diretta. Ma ciò che inquieta è il fatto che fenomeni simili possano esistere anche più vicino a noi, magari nascosti in regioni ancora poco esplorate del cosmo. Per questo motivo, gli scienziati non abbassano la guardia e continuano a monitorare con attenzione i segnali provenienti dal cielo.
I prossimi passi della ricerca
Il team di ricerca punta ora a comprendere meglio i meccanismi che permettono a RACS J0320–35 di infrangere il limite di Eddington. Modelli di intelligenza artificiale e nuovi telescopi spaziali, come il James Webb Space Telescope e il futuro Nancy Grace Roman Telescope, saranno fondamentali per approfondire lo studio di buchi neri così antichi e misteriosi.