L’eterna domanda sulla possibilità di vita extraterrestre ha sempre affascinato l’umanità. L’idea di condividere l’universo con altre forme di vita è stata oggetto di numerose speculazioni e teorie nel corso dei secoli. E ora, una recente scoperta scientifica ci porta un passo avanti verso la risposta a questa domanda: non siamo soli nell’universo, c’è vita su un pianeta lontano.
Gli scienziati impegnati nella ricerca di vita extraterrestre hanno recentemente discusso di un elemento cruciale: un gas presente su un pianeta situato a 120 anni luce dalla Terra. Questo gas, il dimetilsolfuro, è di particolare interesse perché è prodotto esclusivamente da organismi viventi. La sua scoperta rappresenta una svolta fondamentale nella nostra ricerca per comprendere se siamo soli nell’universo.
- Il pianeta al centro degli studi degli scienziati
- Perché lo studio di K2-18b è così importante
- Nasa scopre 7 nuovi pianeti 'fratelli' della Terra e abitabili
- Qual è il pianeta più simile alla Terra?
- Quale pianeta può essere abitato?
Il pianeta al centro degli studi degli scienziati
Il pianeta in questione è K2-18b, un esopianeta situato a una distanza impressionante di 120 anni luce dalla Terra. Questo pianeta è significativamente più grande del nostro e si trova al di fuori del nostro sistema solare. Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio spaziale James Webb per identificare la presenza del dimetilsolfuro sulla sua atmosfera.
La NASA ha confermato che il dimetilsolfuro è un gas che, sulla Terra, è prodotto esclusivamente da organismi viventi. Questa scoperta solleva domande entusiasmanti sulla possibilità di vita su K2-18b e su altri pianeti simili. Il dottor Robert Massey della Royal Astronomical Society ha sottolineato che stiamo compiendo passi significativi verso la risposta alla grande domanda sulla vita extraterrestre.
Il professor Nikku Madhusudhan dell’Istituto di Astronomia di Cambridge ha aggiunto che tradizionalmente la ricerca di vita sugli esopianeti si è concentrata principalmente sui pianeti rocciosi, ma i mondi come K2-18b offrono un ambiente altamente favorevole per le osservazioni atmosferiche. Questo suggerisce l’importanza di esplorare diversi tipi di ambienti abitabili nella nostra ricerca di vita altrove.
Perché lo studio di K2-18b è così importante
La scoperta del dimetilsolfuro su K2-18b rappresenta un trampolino di lancio fondamentale nella nostra ricerca della vita extraterrestre. L’obiettivo finale degli scienziati è l’identificazione della vita su un pianeta extrasolare abitabile, un evento che rivoluzionerebbe la nostra comprensione del nostro posto nell’universo. Sebbene questa scoperta non confermi la presenza di vita su K2-18b, costituisce un passo cruciale nella giusta direzione.
La determinazione dei composti chimici presenti nelle atmosfere degli esopianeti è essenziale per la nostra comprensione di questi mondi alieni. Inoltre, fornisce preziose indicazioni sulla possibilità di abitabilità altrove nell’universo. Tuttavia, l’esplorazione delle atmosfere degli esopianeti è una sfida complessa a causa dell’abbagliante luminosità delle stelle madri, che rende difficile l’osservazione diretta dei pianeti.
Uno degli autori del rapporto, Subhajit Sarkar, dell’Università di Cardiff, ha spiegato che, sebbene questo tipo di pianeta non esista nel nostro sistema solare, i sub-Nettuniani rappresentano il tipo più comune di pianeta conosciuto finora nella galassia. La loro scoperta è fondamentale per comprendere le molecole presenti nelle loro atmosfere e ci avvicina sempre di più alla comprensione della vita oltre il nostro pianeta natale.
Nasa scopre 7 nuovi pianeti ‘fratelli’ della Terra e abitabili
Sai che la Terra non è l’unico pianeta del suo genere? In giro per l’Universo, infatti, esistono alcuni altri pianeti “fratelli” del nostro. Che a quanto pare non è figlio unico. Qualche anno fa, a rivelarlo, è stata la NASA, secondo la quale sparsi per il cosmo ci sono delle altre “Terre“. O, a dirla tutta, dei pianeti che sono potenzialmente abitabili al pari del nostro. E che almeno in teoria permettono la presenza di forme di vita aliena. E magari anche di società in grado di essere paragonabili a quella umana.
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Era il febbraio 2017 quando la NASA annunciò di aver scoperto una grande stella circondata da sette pianeti, alcuni dei quali potenzialmente abitabili. Un vero e proprio sistema solare simile al nostro, se non fosse che si trova a 39,5 anni luce da noi.
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La stella di riferimento di questo sistema solare è Trappist-1, una stella nana rossa della costellazione dell’Acquario. Intorno ad essa orbitano ben 7 pianeti, che hanno dato vita a una sorta di sistema solare alternativo e abbastanza speculare al nostro.
Gli studi a riguardo sono partiti nel 2015, quando un gruppo di astronomi guidati da Michaël Gillon dell’Institut d’Astrophysique et de Géophysique presso l’Università di Liegi in Belgio ha scoperto i primi “pianeti fratelli” della Terra.
La NASA ha poi rivelato che dei 7 pianeti del sistema di Trappist-1, 6 sono potenzialmente abitabili, in quanto le loro temperature sono compatibili con quelle del nostro mondo e permetterebbero la presenza di vita extraterrestre. Anzi, su 3 di questi pianeti è stata addirittura registrata la presenza dell’acqua.
La scoperta è molto importante, poiché riduce la possibilità che esista un vero e proprio “pianeta gemello” del nostro a una mera questione di statistica. Un’altra Terra può esistere. E probabilmente è là fuori da qualche parte. Sarà tra i 7 pianeti fratelli di Trappist-1?
Qual è il pianeta più simile alla Terra?
Visto che nell’universo esistono così tanti pianeti simili alla Terra, quanti di voi sono pronti per un viaggio spaziale su un pianeta somigliante alla nostra adorata casa comune? Beh, la questione potrebbe sorprendervi ma dobbiamo rivelarvi che il pianeta più simile alla Terra non si trova proprio dietro l’angolo, ma a “soli” 20 anni luce di distanza. Sì, avete capito bene la distanza. Ma siete curiosi di sapere di quale pianeta si tratta?
Quando parliamo di pianeta più simile alla Terra ci riferiamo al famigerato Gliese 581g, il nostro vicino galattico più promettente. Gli scienziati lo hanno scoperto qualche tempo fa e sono rimasti piuttosto entusiasti.
Se vi chiedete il motivo di tanto clamore, è perché sembra che Gliese 581g abbia tutto ciò di cui potrebbe aver bisogno per permettere uno sviluppo della vita come la conosciamo qui sulla Terra. È nella famosa “fascia di abitabilità” della sua stella, Gliese 581, il che significa che si trova alla distanza perfetta dalla sua stella madre per lasciarci sperare nell’esistenza di acqua liquida e condizioni ambientali favorevoli.
Immaginatevi la scena: si tratta di un pianeta dove è potenzialmente possibile andare a nuotare al mare, perdersi tra i boschi, arrampicarsi sui monti o prendere il sole sulla spiaggia. Non male, eh?
Se invece vi state chiedendo cosa rende Gliese 581g così interessante rispetto agli altri pianeti extrasolari, sappiate che è tutta questione di energia fotonica. L’energia che riceve dalla sua stella madre è infatti sufficiente per rendere possibile la vita sulla sua superficie. Un vero e proprio colpo di fortuna.
Ma qualcosa non corrisponde esattamente alla Terra, nonostante tutto. Il nostro Gliese 581g, rispetto al nostro meraviglioso pianeta, è decisamente più grande, con dimensioni che lo superano di circa tre volte.
Ad ogni modo, rappresenta una vera e propria calamita per gli scienziati costantemente alla ricerca di altri mondi abitabili. Gliese 581g essere il primo pianeta al di fuori del nostro sistema solare a offrirci un’opportunità di stringere amicizia con gli extraterrestri (o forse solo a sognare su come potrebbe essere la vita su un altro pianeta).
Quale pianeta può essere abitato?
Oltre ai pianeti extrasolari, anche nel nostro stesso sistema solare esistono alcune possibilità interessanti per cercare una nuova casa. Quindi, mettiamoci comodi mentre andiamo ad esplorare quali sono i candidati potenzialmente abitabili più vicini a noi.
Iniziamo con le lune di Giove e Saturno. Immaginatevi un’escursione spaziale sulle lune di questi giganti gassosi. Sono quattro. Le prime tre orbitano intorno a Giove, l’ultima intorno a Saturno:
- Europa
- Io
- Encelado
- Titano
Questi quattro satelliti fanno parte della nostra lista dei pianeti abitabili potenziali. Sono mondi affascinanti, ognuno con le proprie caratteristiche uniche.
Gli altri pianeti del sistema solare, invece, non sono adatti. Su Mercurio e su Venere fa troppo caldo e le temperature ci farebbero bruciare. Giove e Saturno sono dei giganti gassosi e quindi non è possibile mettere piede su di essi. Lo stesso discorso vale per Urano e Nettuno, che non sono altro che degli ammassi di gas.
Resterebbero Marte e la Luna. Contrariamente a quanto generalmente si crede, invece, Marte non è abitabile. La pressione atmosferica sul Pianeta Rosso, infatti, ammonta all’1% della pressione terrestre al livello di mare. Un livello estremamente basso che rende impossibile respirare senza una tuta pressurizzata. Per questo, anche i progetti ambiziosi come SpaceX di Elon Musk rappresentano delle affascinanti prospettive. Ma senza l’utilizzo dell’adeguata tecnologia, per l’uomo è impossibile vivere su Marte.
Per svariati motivi, nemmeno la Luna è considerata naturalmente abitabile. Il nostro satellite, infatti, possiede una magnetosfera priva di protezione dai raggi Gamma e da altre radiazioni provenienti dallo spazio, rendendo praticamente impossibile la sopravvivenza sulla sua superficie. Almeno in maniera naturale.
Al di fuori del nostro sistema solare, però, la scelta è vasta. Anzi, a dirla tutta, secondo un recente studio della Washington State University, sembra proprio che esistano tantissimi pianeti sui quali la vita può nascere, svilupparsi e sostenersi anche in maniera potenzialmente migliore rispetto a quanto avviene sulla Terra. Nel cosmo esistono infatti almeno 24 pianeti chiamati “superabitabili”, in quanto offrono le condizioni ottimali per la presenza della vita. Peccato che si trovino tutti a più di 100 anni luce di distanza dalla Terra.