La tartaruga è fra gli animali domestici più diffusi nelle case, apprezzatissima sia dai grandi sia dai bambini anche per il fatto che sa adattarsi bene agli spazi aperti e non richiede attenzioni particolarmente impegnative. Per questo motivo, viene spesso scelta al posto di un cane o un gatto per i quali l’impegno deve essere senza dubbio maggiore. Non di radio, poi, la testuggine viene regalata, magari da amici o parenti che già ne posseggono uno o più esemplari. In nessun caso, comunque, – che si tratti di un dono o di un acquisto – dobbiamo commettere l’errore di trascurare l’animale.
Parliamo, ovviamente, della cura che merita ma anche della documentazione specifica che la legge prevede. Anche per le tartarughe, infatti, ci sono dei documenti che il proprietario è obbligato ad avere in casa in quanto si tratta di una specie protetta secondo la Convenzione di Washington. Come tale, dunque, è sottoposta a una normativa che ha come obiettivo la tutela del commercio di flora e fauna selvatiche al fine di ostacolare le pratiche illegali a partire dal bracconaggio.
Cosa bisogna fare, nella pratica? Qualora si voglia adottare una tartaruga a norma di legge è necessaria la documentazione CITES, da richiedere al precedente proprietario dell’animale o al venditore al momento dell’acquisto. Il documento, una sorta di carta d’identità della testuggine, contiene tutti i dati che lo riguardano, come la provenienza e il microchip, utili per la sua identificazione univoca.
Inoltre, sempre secondo la Convenzione, ogni passaggio di proprietà deve avvenire secondo un regolare iter amministrativo. In mancanza della documentazione CITES la detenzione è illegale e può far passare seri guai al proprietario. Costui, infatti, può essere denunciato e rischia pesanti sanzioni oltre al sequestro dell’esemplare. Quindi, la prima cosa da fare è provvedere a recuperare i documenti previsti qualora non se ne sia in possesso in modo da regolarizzare la propria posizione.