Tartaruga in casa, se non hai questo documento rischi grosso

Per adottare una tartaruga a norma di legge occorre avere una documentazione specifica prevista da una convenzione internazionale.

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Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

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Le tartarughe sono animali che, in tanti casi, diventano parte della famiglia. Tuttavia, molti proprietari potrebbero non essere al corrente delle normative che regolano la detenzione di questi rettili in Italia. Dal 1992, è obbligatorio denunciare il possesso di tartarughe terrestri al Corpo Forestale-Servizio CITES, e il termine ultimo per tale denuncia era il 31 dicembre 1995. Ma cosa comporta esattamente questa normativa, e come possiamo regolarizzare la situazione se siamo in possesso di questi animali?

Le tartarughe pre-1995 e post-1995, e il microchip

Per coloro che possiedono tartarughe terrestri in Italia acquisite prima del 1995, la buona notizia è che non è necessario intraprendere alcuna azione. Tuttavia, per chi ha acquisito questi rettili dopo il 1995, la legge richiede l’installazione di un microchip per identificarli.

La Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES)

L’Allegato A del regolamento comunitario n. 2724/2000 fa riferimento al CITES, la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione. Questo accordo internazionale vieta il possesso di tartarughe nate in libertà e catturate all’aperto, poiché ciò costituisce un reato. Le tartarughe selvatiche sono ormai diventate rare, e prelevarle dall’habitat naturale per mantenerle in cattività è illegale.

Quindi, è fondamentale evitare di regalare o acquistare tartarughe che non rispettino queste leggi, poiché ciò potrebbe comportare pesanti multe.

I documenti necessari per detenere una tartaruga legalmente

Per detenere in modo legale una tartaruga terrestre in Italia, è necessario disporre di due documenti fondamentali: il Documento CITES e il microchip.

L’allevatore deve fornire all’acquirente i documenti CITES relativi alle tartarughe cedute. Inoltre, sia l’allevatore che l’acquirente devono compilare un modulo di cessione in duplicato, conservandone una copia ciascuno. Se si desidera spostare una tartaruga in un altro domicilio, è necessario ottenere l’autorizzazione dai carabinieri forestali del Servizio CITES. Questo processo richiede la compilazione di un modulo che riporta i dati della tartaruga, dell’allevatore di provenienza e dell’allevatore di destinazione.

Denuncia di nascita e decesso

La denuncia di nascita e decesso di tartarughe tenute in cattività deve essere effettuata entro 10 giorni dall’evento. La procedura prevede l’invio di una raccomandata A/R ai Carabinieri CITES.

È importante notare che la denuncia di nascita può essere effettuata solo se i genitori delle tartarughe sono stati anch’essi denunciati. In caso contrario, non è possibile procedere con la denuncia né per i genitori né per i piccoli.

Sanzioni e multe

La detenzione di tartarughe non regolarizzate può comportare denunce penali e pesanti sanzioni in base alla legge italiana. L’assenza di microchip o di documenti CITES può portare al sequestro delle tartarughe e a denunce penali.

In caso di commercio illegale di queste tartarughe, la legge prevede l’arresto da tre mesi a un anno e una multa notevole. È fondamentale studiare attentamente le azioni da intraprendere e verificare le leggi vigenti per evitare multe significative. Assicuriamoci sempre di rispettare le normative e di possedere tutti i documenti richiesti per la detenzione legale di tartarughe terrestri in Italia. La protezione di queste creature selvagge è un obbligo di tutti noi.

L’importanza dei documenti in regola

Ricapitolando, la tartaruga è fra gli animali domestici più diffusi nelle case, apprezzatissima sia dai grandi sia dai bambini anche per il fatto che sa adattarsi bene agli spazi aperti e non richiede attenzioni particolarmente impegnative. Per questo motivo, viene spesso scelta al posto di un cane o un gatto per i quali l’impegno deve essere senza dubbio maggiore. Non di radio, poi, la testuggine viene regalata, magari da amici o parenti che già ne posseggono uno o più esemplari. In nessun caso, comunque, – che si tratti di un dono o di un acquisto – dobbiamo commettere l’errore di trascurare l’animale.

Parliamo, ovviamente, della cura che merita ma anche della documentazione specifica che la legge prevede. Anche per le tartarughe, infatti, ci sono dei documenti che il proprietario è obbligato ad avere  in casa in quanto si tratta di una specie protetta secondo la Convenzione di Washington. Come tale, dunque, è sottoposta a una normativa che ha come obiettivo la tutela del commercio di flora e fauna selvatiche al fine di ostacolare le pratiche illegali a partire dal bracconaggio.

Cosa bisogna fare, nella pratica? Qualora si voglia adottare una tartaruga a norma di legge è necessaria la documentazione CITES, da richiedere al precedente proprietario dell’animale o al venditore al momento dell’acquisto. Il documento, una sorta di carta d’identità della testuggine, contiene tutti  i dati che lo riguardano, come la provenienza e il microchip, utili per la sua identificazione univoca.

Inoltre, sempre secondo la Convenzione, ogni passaggio di proprietà deve avvenire secondo un regolare iter amministrativo. In mancanza della documentazione CITES la detenzione è illegale e può far passare seri guai al proprietario. Costui, infatti, può essere  denunciato e rischia pesanti sanzioni oltre al sequestro dell’esemplare. Quindi, la prima cosa da fare è provvedere a recuperare i documenti previsti qualora non se ne sia in possesso in modo da regolarizzare la propria posizione.

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