La black list 2024 dei cibi più pericolosi sulla nostra tavola: l'allerta alimentare

Fai attenzione a cosa metti nel piatto! Scopri la black list 2024 dei cibi più pericolosi presenti sulle nostre tavole.

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Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista

Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione e attivo nel campo della ricerca, in particolare sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

Nell’ultimo anno, l’Italia si è trovata ad affrontare una media di almeno un’allerta alimentare al giorno, con ben 422 segnalazioni riguardanti spesso prodotti stranieri contenenti residui di pesticidi vietati, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti. Questo dato segnala un aumento del fenomeno del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora più preoccupante è il fatto che in quasi 6 casi su 10 si tratta di prodotti provenienti da paesi extra-UE. Ma quali sono i prodotti di questa black list? Non ci resta che andare a vederli insieme.

La blacklist dei cibi più pericolosi presenti sulle nostre tavole

La lista dei cibi pericolosi sulla nostra tavola nel 2024 è tristemente lunga e preoccupante. Al primo posto si posizionano frutta e verdura, solitamente considerate pilastri di una dieta sana. Ad esempio, i pistacchi turchi e iraniani hanno mostrato livelli preoccupanti di aflatossine, mentre le carote proveniente dall’Egitto sono state trovate contenere residui di Linuron, un pesticida vietato in Europa. I fagioli dall’occhio provenienti da Madagascar e Bangladesh contengono Chlorpirifos, una sostanza sospettata di danneggiare il cervello dei bambini. Celebre poi il caso dei frutti di bosco congelati tedeschi e serbi, all’interno dei quali è stata riscontrata la presenza di Norovirus, mentre il succo d’arancia congelato dall’Iran ha mostrato residui di Propiconazole, una sostanza vietata. Anche su peperoncini dal Kenya e fichi secchi turchi sono stati individuati pesticidi banditi e aflatossine.

Al secondo posto si trovano i prodotti ittici. Dal pesce spada e tonno spagnoli con livelli di mercurio oltre i limiti consentiti, alla salmonella presente nei filetti di merluzzo congelati e nelle cozze cilene, fino alle seppie congelate albanesi contenenti cadmio, il rischio di contaminazione è alto e diffuso.

Non da meno, al terzo posto ci sono le carni di pollo e tacchino, spesso contenenti salmonella, un pericolo per la salute pubblica che richiede una certa attenzione sia da parte dei consumatori che delle autorità.

Persino i cereali e le spezie, spesso considerati innocui, non sono esenti. Nel riso pakistano è stata trovata presenza di aflatossine e residui di pesticidi vietati nell’UE. Anche diversi prodotti come il peperoncino, l’origano e il cumino, per lo più provenienti dall’estero, sono stati contaminati da sostanze pericolose.

Come ci possiamo proteggere dai cibi contaminati che arrivano sulle nostre tavole?

La sicurezza alimentare è un pilastro fondamentale per la nostra salute, e proteggerci dai cibi contaminati che arrivano sulle nostre tavole è possibile adottando alcune semplici precauzioni.

Prima di acquistare, è importante fare scelte oculate. Meglio optare per prodotti di stagione e di provenienza locale. Controlliamo sempre attentamente l’etichetta degli alimenti e in particolare l’elenco degli ingredienti, per evitare spiacevoli sorprese.

Meglio prediligere i prodotti biologici, poiché l’agricoltura di questo tipo limita l’uso di pesticidi e fertilizzanti che potrebbero contaminare i cibi.

Ad ogni modo, meglio lavarsi sempre accuratamente le mani con acqua calda e sapone prima di cucinare, dopo essere stato in bagno, dopo aver toccato animali o animali domestici e dopo aver maneggiato cibi crudi. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti e usare taglieri diversi per carne, pesce, frutta e verdura aiuta inoltre ad evitare la diffusione di batteri nocivi.

Assicuriamoci sempre di cuocere gli alimenti alla temperatura corretta per garantire la distruzione di eventuali batteri patogeni, oltre a conservarli correttamente in frigorifero o freezer per mantenere la freschezza e prevenire la proliferazione di batteri.

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