Può sembrare incredibile, ma fino a poco tempo fa, a Wimbledon, una delle regole più rigide del torneo non riguardava solo racchette, palline o scarpe da tennis, bensì… il reggiseno. Le atlete in gara, infatti, erano tenute a rispettare un dress code tanto iconico quanto controverso: tutto doveva essere bianco. Completamente bianco. E questo includeva anche gli indumenti intimi, reggiseno compreso.
- Il regolamento di Wimbledon e il colore bianco
- Wimbledon, storia del torneo più prestigioso del tennis
- 2023: le modifiche alle regole
- Wimbledon tra tradizione e tempi che cambiano
Il regolamento di Wimbledon e il colore bianco
Il regolamento del torneo — ospitato ogni anno al prestigioso All England Lawn Tennis and Croquet Club — specificava che qualsiasi capo visibile durante il gioco, anche solo a causa del sudore, doveva essere interamente bianco, fatta eccezione per una sottile rifinitura colorata larga non più di un centimetro. Una norma che, nella pratica, ha avuto effetti molto più invasivi di quanto si possa pensare: diverse giocatrici sono state invitate a cambiarsi prima di scendere in campo o, nei casi più estremi, a giocare senza reggiseno.
Tra le tenniste coinvolte in questo cortocircuito tra moda, regolamento e libertà personale, c’è Naomi Broady, che durante un match contro Caroline Wozniacki sembrava aver rinunciato al reggiseno. Anche se non è mai stato confermato ufficialmente che si trattasse di una violazione del regolamento, l’immagine ha fatto discutere e ha riportato alla luce un problema reale.
Wimbledon, storia del torneo più prestigioso del tennis
Fondato nel 1877, Wimbledon è il torneo di tennis più antico e prestigioso al mondo. Si disputa ogni anno nei mesi di giugno e luglio nei sobborghi londinesi, sull’erba dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Simbolo della tradizione britannica, è noto non solo per la qualità del gioco, ma anche per il suo rigore estetico: abiti bianchi, fragole con panna, silenzio sugli spalti e un codice di comportamento che resiste da quasi 150 anni. È proprio questo attaccamento alla tradizione che, in certi casi, ha portato a regolamenti così rigidi da interferire persino con la libertà delle atlete.
2023: le modifiche alle regole
Il tutto è avvenuto prima del 2023, anno in cui finalmente il torneo ha modificato il regolamento, concedendo alle tenniste maggiore libertà nella scelta degli indumenti intimi, purché non visibili. Un cambiamento salutato con sollievo da molte atlete, tra cui l’ex numero 8 del mondo Daria Kasatkina, che ha parlato apertamente della pressione e dello stress aggiuntivo causato da queste imposizioni.
Pat Cash, vincitore di Wimbledon nel 1987 e oggi commentatore per la BBC, ha raccontato che alcune giocatrici sono state costrette a tornare negli spogliatoi per sostituire i top o i reggiseni perché non completamente bianchi. “È stato davvero troppo”, ha commentato, sottolineando quanto queste regole avessero superato il limite del buon senso.
Wimbledon tra tradizione e tempi che cambiano
La giustificazione ufficiale, ovviamente, era legata alla tradizione e all’estetica storica del torneo: Wimbledon è l’unico Slam a richiedere un total look bianco, simbolo di eleganza e rigore. Ma quando una regola estetica arriva a interferire con il comfort e la libertà fisica delle atlete, è lecito chiedersi: a che prezzo?
Nel 2022, poco prima del cambio ufficiale, Venus Williams aveva persino minacciato provocatoriamente di indossare un reggiseno animalier come forma di protesta, aprendo una breccia simbolica che ha contribuito al cambiamento.
Oggi per fortuna le regole sono più morbide. Ma il fatto stesso che si sia dovuto discutere del colore del reggiseno in uno dei tornei più prestigiosi del mondo sportivo dice molto sul cammino che ancora resta da fare — anche nel tennis — quando si parla di equilibrio tra tradizione e diritti delle donne. Wimbledon resta Wimbledon. Ma da oggi, almeno, si può servire un ace… senza doversi preoccupare del reggiseno.