Da Ivreatronic alla carriera solista: intervista a Splendore

Mattia Barro - in arte Splendore - è un personaggio poliedrico: spazia dalla musica alla scrittura con naturalezza invidiabile. La nostra intervista.

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Che nel pop italiano qualcosa sia cambiato,  non c’era bisogno di aspettare oggi per affermarlo. Artisti che fino a pochissimi anni fa erano considerati “di nicchia”, sono diventati oggi più mainstream di quelli che un tempo riempivano i palazzetti e i centri commerciali. Non parliamo delle discografiche: nella maggior parte dei casi  hanno accolto questa “nuova onda” con sospetto, per poi accorgersi che era troppo tardi addirittura per allearcisi.

Per questo motivo, sono nate molte label nuove e cosiddette “indipendenti”. Alcune sono finite addirittura ad avere nel roster artisti che hanno inanellato – uno dietro l’altro – sold out e dischi d’oro, come fossero totani in uno spiedino di pesce. Uno dei casi più eclatanti è quello di Ivreatronic, prima collettivo, poi etichetta, poi ancora chissà: un vero e proprio esempio virtuoso di amicizia e passione per la musica, che ha regalato al pubblico un artista come Cosmo. Uno che ormai va in tv e fa i palazzetti, per intenderci.

Una delle menti di Ivreatronic è proprio Mattia Barro, in arte Splendore. Confinarlo a questa esperienza sarebbe riduttivo: Mattia è infatti un personaggio poliedrico, che spazia dalla carriera musicale solista (con il progetto Splendore, appunto) al giornalismo, un vero e proprio performer. Lo abbiamo conosciuto più  da vicino e ci siamo lasciati andare in una piacevolissima chiacchierata.

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