Fonte: 123RF

In questa città si coltiva sui tetti e si produce energia dai marciapiedi (98% di emissioni in meno)

Un decennio di ricerca della Concordia University dimostra che quartieri autosufficienti, con tutto a portata di passo, sono tecnicamente ed economicamente realizzabili

Pubblicato:

Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Il concetto di città accessibile — dove i servizi essenziali siano vicini e raggiungibili a piedi o in bici — non è affatto nuovo. Già prima dell’avvento dell’automobile molte città si sviluppavano con quartieri in cui case, botteghe, scuole e parchi erano vicini tra loro: una struttura urbana più “umana” e compatta.

Negli anni ’20 del Novecento, l’urbanista statunitense Clarence Perry introdusse la nozione di neighbourhood unit (“unità di quartiere”), con l’obiettivo di creare comunità autosufficienti su scala ridotta, con servizi, verde e abitazioni concepiti insieme.

In questo senso, la “città dei 15 minuti” rappresenta una sorta di ritorno — o re-interpretazione — di quelle visioni urbane più umane e compatte che si erano perse con l’espansione automobilistica del XX secolo. Oggi, però, un gruppo di ricercatori della Concordia University di Montreal trasforma quell’immaginario in un modello concreto: un quartiere che integra energia solare, agricoltura urbana e trasporti elettrici, riducendo al minimo la dipendenza dalle auto e producendo ciò che consuma.

Il loro studio, pubblicato su Sustainability, ribalta la domanda di partenza: è possibile avvicinare l’essenziale alle persone, così tanto da eliminare gli spostamenti inutili? La risposta, stavolta, è un sì supportato da numeri e progettazione.

Come funziona il nuovo modello urbano

L’idea si basa su una rete di servizi distribuiti a non più di un chilometro dalle abitazioni: supermercati, mercati agricoli, spazi per la socialità, lavoro e benessere quotidiano. In questo contesto, l’agricoltura urbana non è un orpello estetico, ma una struttura diffusa fatta di tetti coltivati, facciate verdi e micro-orti ricavati negli spazi inutilizzati.

La componente più innovativa riguarda i pannelli fotovoltaici integrati nei marciapiedi, capaci non solo di produrre energia pulita, ma anche di alimentare una flotta di piccoli veicoli elettrici che trasportano frutta e verdura dai micro-orti ai punti vendita del quartiere.

Il tutto non per creare isole autosufficienti e isolate, ma cluster urbani in grado di scambiarsi risorse ed energia, come una rete viva e cooperante.

Il test canadese: risultati oltre le aspettative

Per verificare la solidità del modello, i ricercatori lo hanno applicato al quartiere West 5, a London, in Ontario. I risultati sono sorprendenti.

Le superfici coltivate – solo una piccola porzione dei tetti e degli spazi disponibili – permetterebbero al quartiere di diventare autosufficiente nella produzione di verdure. Le emissioni di carbonio potrebbero ridursi del 98%, grazie alla drastica diminuzione dei trasporti tradizionali.

La parte economica è altrettanto sorprendente: l’energia solare prodotta nel quartiere consentirebbe ai sistemi di trasporto elettrico di ripagarsi in circa 2,8 anni, con un costo energetico di soli 0,92 euro per kWh. Una doppia sostenibilità, ambientale ed economica, che smentisce l’idea che i progetti green siano sempre costosi o difficili da mantenere.

La prossima sfida: una città che fa vivere meglio

La ricerca non si ferma. Il team ora vuole estendere il modello a scuole, ospedali, luoghi di lavoro e collegamenti regionali, immaginando una città capace di ridurre l’impatto ambientale e migliorare concretamente la qualità della vita.

Una città in cui vivere più vicino significa anche vivere meglio: meno traffico, meno stress, più tempo per ciò che conta davvero. Una visione che, dopo anni di teorie, sembra finalmente pronta a diventare parte del nostro futuro urbano.

più popolari su facebook nelle ultime 24 ore

vedi tutti