Vent'anni di "Vibrazioni" raccontati da Francesco Sarcina

Una carriera lunga vent'anni, un concerto-evento al Forum, la nostra Milano che cambia e tanta, tanta nostalgia: abbiamo intervistato Le Vibrazioni.

20 Febbraio 2019

Sembra ieri e invece sono passati vent’anni. Una lunga relazione che, come ogni storia d’amore che si rispetti, ha conosciuto anche una pausa di riflessione: un silenzio durato  ben cinque anni.

Ma ora i problemi sembrano essere definitivamente alle spalle e Le Vibrazioni sono pronti a festeggiare i loro (primi) vent’anni insieme. Lo fanno con un concerto-evento in programma il prossimo 26 marzo al Forum di Assago. Pensano al futuro, quindi, i ragazzi delle “Vibra”. Ma senza dimenticare il passato. I cinque dischi in studio. E le canzoni che hanno segnato un’epoca. Una su tutte, “Dedicato a te”, con quel “Sei immensamente Giulia” cantato da intere generazioni. E ora proprio quella “immensa Giulia” torna a far battere i cuori delle (e degli) ex adolescenti, apparendo proprio nel video di “Cambia”, il nuovo singolo del gruppo: un chiaro omaggio alla loro canzone più celebre.

Nel corso di questi vent’anni ne sono successe di cose. I quattro ragazzi del gruppo – Francesco Sarcina, il chitarrista Stefano Verderi, il bassista Marco Castellani e il batterista Alessandro Deidda: sempre gli stessi fin dal 1999 – hanno seguito delle carriere da solisti. Sarcina ha anche pubblicato due dischi, “Io nel 2014” e “Femmina” l’anno successivo, e ha partecipato a un Sanremo. Eppure, si sa, “certi amori non finiscono: fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

E così la storia delle “Vibra”, con i quattro ragazzi ritrovatisi quasi per caso insieme sul palco di Radio Italia Live a Palermo nel 2017. E, di fronte a “Dedicato a te” cantata a un’unica voce da tutti quei ragazzi, non hanno potuto far altro se non guardarsi negli occhi e dirsi “Riproviamoci!”. È seguito un Sanremo, un nuovo disco (“V”, uscito a febbraio del 2018: “V” come quinto, ma “V” anche come Vibrazioni) e il singolo “Amore Zen”, con Jake La Furia. Il nuovo capitolo di questa storia è “Cambia”: come la storia di questo gruppo, proiettato al futuro, ma sempre con il cuore e la mente in quello che è stato.

Abbiamo ripercorso questi splendidi vent’anni di carriera proprio assieme a Francesco Sarcina, cantante e leader del gruppo.

cambia-vibrazioni Fonte: Ufficio Stampa

20 anni di Vibrazioni, 20 anni di musica: siete cambiati più voi o il mondo attorno?

Fondamentalmente siamo sempre gli stessi “pirla” di vent’anni fa, perché la nostra attitudine è quella: se ci fate suonare, noi siamo a posto. I problemi veri nascono quando non si suona. (ride) Sicuramente poi sono cambiate le cose attorno, e noi di conseguenza: anche solo avendo dei figli, capisci che cambiano gli stili di vita.  Abbiamo delle case, delle dimore, cosa che prima non avevamo.  E poi cambia la tecnologia attorno e questo ovviamente va a mutare il rapporto con la musica. Pensa anche solo al modo di creare: oggi – avendo il digitale – puoi registrare immediatamente dei provini con addirittura già un’idea visiva di quella che è la canzone. E queste cose deviano, non te ne rendi conto ma deviano.

Quando si pensa a voi, si pensa inevitabilmente a Milano, la stessa del mitico video di “Dedicato a te”.  Com’è cambiata la città in questi 20 anni?

Come sono cambiati i modi di suonare e fare musica, così sono cambiati anche gli stili di vita e come la gente si rapporta a certe situazioni di vita quotidiana, anche notturna. Un tempo a Milano eri circondato di locali dove c’erano musicisti che suonavano, c’erano i rapper per strada in Duomo, c’erano gli skater, tante realtà di strada. E quella era comunque cultura, che oggi purtroppo è venuta meno. Questo anche per colpa della tecnologia, che ti dà la possibilità di avere una finestra sul mondo direttamente dal palmo della tua mano. Oggi – ormai – mentre uno suona, sono tutti con il telefono in mano.

A proposito di Milano, state per conquistare il palco per eccellenza della nostra città: il Forum di Assago.

Sarà una grande festa di compleanno per i nostri vent’anni, con cui andremo a conquistare diverse generazioni. E’ un concerto che si rifà tanto alla musica rock‘n’roll, tutto suonato per davvero: siamo solo in quattro ma tiriamo su un macello. Non è così scontato: oggi vai a vedere un concerto e sembra di ascoltare il disco.

Cosa manca, la passione?

Manca la sofferenza,  e questo finisce per rendere tutto un po’ asettico, troppo perfetto. Ma non è professionalità, è appiattimento. Bello è – invece – sentire sudare, soffrire insieme, a livello emotivo ed empatico sono elementi fondamentali. Questo concertone che faremo avrà esattamente tutti questi elementi e rappresenterà per noi un nuovo inizio.

Ci saranno anche altri amici con voi sul palco?

Certo, ci saranno diversi amici con noi sul palco. Non voglio fare la fiera dell’ospite, perché sennò diventa un festival e siamo appena usciti da quello di Sanremo, per cui direi che va bene così. Avremo degli ospiti giovani, perché è bello sostenere le nuove leve, insieme poi agli amici storici. Per ora ne ho svelati due: il primo è Pierdavide Carone, che è un caro ragazzo che conosciamo da tempo e che ha avuto un percorso abbastanza tortuoso nella sua pur giovane carriera. Il pezzo appena uscito – “Caramelle” – è molto bello e tratta un tema molto importante, che conosciamo tutti anche se nessuno ha il coraggio di parlarne. Secondo ospite giovane: Achille Lauro, che ha portato una delle poche cose interessanti a Sanremo. Un pezzo rock’n’roll semplice, un riff immediato di chitarra, il racconto dell’ideale che si ha delle rockstar che muoiono giovani.  E poi ci saranno altri ospiti che sveleremo più in là, man mano.

Tuo figlio Tobia ha ormai 12 anni: che musica ascolta?

Ovviamente essendo cresciuto con me, puoi immaginare che musica possa aver ascoltato: gli ho dato libero accesso ai vinili e al giradischi. Gli piacciono molto i Led Zeppelin e anche i Gun’s N Roses, l’ho portato anche a vedere il concerto.

Diciamo quindi che non ascolta la musica che piace ai suoi coetanei.

Ascolta anche quella, per carità. A quell’età bisogna sempre capire però se l’ascolti perché ti piace veramente o se lo fai perché fa figo. Tobia ascolta per esempio Ghali, Fibra, gli piacciono i Dogo, Guè Pequeno, che tra l’altro sono tutti amici, per cui ha avuto anche modo di conoscerli. Poi sai, questo è un genere che cambia molto, è volubile, ogni sei mesi hai qualcosa di nuovo e quindi anche lui – come tutti i suoi coetanei – non ci si affeziona. I suoi punti di riferimento sono quelli che ti ho detto prima; ascoltiamo a manetta anche i Metallica e gli Skid Row, la mattina quando lo porto a scuola.

Hai già permesso a Tobia di aprire un account su Instagram?

Guarda, è proprio fonte di argomento degli ultimi giorni.

Sul banco degli imputati.

Bravo! (ride) Io sono assolutamente contrario, perché Instagram e i social in generale hanno rovinato la vita a tanta gente. Anche a me hanno creato seri problemi, ti confesso. Se tu racconti cose di lavoro e di musica, non frega un cazzo a nessuno. Se però gli fai vedere aspetti della tua vita privata, ah come gli interessa! Però poi devi sottostare ad una marea di giudizi, tutti vogliono dire la loro. La libertà di espressione è una cosa importante, però vale quando hai effettivamente qualcosa da esprimere, altrimenti diventa un problema. Per questo vorrei evitare che un bambino di 12 anni si trovasse in mezzo ad una roba del genere.

Torniamo a “Le Vibrazioni”: stavo riguardando poco fa il video di “Dedicato a te” e la sensazione che ho avuto è tanta, tanta nostalgia. A te che effetto fa rivedere un pezzo di storia come quello?

Eh sì, sicuramente tanta nostalgia perché ricordo anche i momenti, ricordo cosa vivevamo in quel periodo, come stavamo. L’emozione di girare il nostro primo videoclip è indescrivibile.

Ne parlavamo prima: anche molti dei luoghi legati a questo video, non esistono più. Penso a “Le Scimmie”, che è stato anche uno dei vostri primi palchi, “La Casa 139”, dove sono avvenuti i casting per scegliere Giulia…

Purtroppo è così, dei pezzi di storia di Milano che non esistono più. La chiusura di locali come Le Scimmie, La Casa 139 e molti altri, sono stati una perdita sociale e culturale.

Almeno Giulia – invece – è tornata, la vediamo in formissima nel video di “Cambia”.

Certo, è una Giulia più grande e l’aspetto più divertente è che – a differenza del video di “Dedicato a te” –  si gira e si rimette a dormire. Vedi come cambiano i tempi?

Un po’ come se questi 20 anni fossero stati un sogno.

Esatto, bella l’interpretazione onirica di questi vent’anni. Comunque Giulia ci ha dato tanto e questo è un brano che rimane presente nelle nostre vite e un po’ nelle vite di tutti, quindi di fatto è un amarcord e una dedica a tutto ciò che è stato.

Dopo la data del 26 marzo al Forum, rimane libero ancora un bel pezzo di 2019. In conclusione, ti va di darmi qualche anticipazione di cosa sarà quest’anno per “Le Vibrazioni”?

Siamo in un periodo per fortuna prolifico e produttivo, quindi sicuramente ti dico: canzoni. Ci son state poi varie proposte, addirittura una colonna sonora, ma purtroppo non ho potuto accettare in questo momento. Quello che ti posso dire è che ci sono nuove canzoni che stanno per uscire e tra queste anche nuovi featuring. Per il momento comunque siamo davvero molto concentrati su questa data, sarà una bella situazione. Ci sarà un bel palco, molto rock’n’roll: andremo a stupire con la musica, non con gli effetti speciali. Nessuna illusione, solo musica. Pura, vera musica.

le-vibrazioni-live Fonte: Getty

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