L'asteroide Nereus agita i sonni della NASA

Grande come la Torre Eiffel, l'11 dicembre passerà "vicino" alla Terra, all'incredibile velocità di 23.657 km all'ora: c'è da preoccuparsi?

3 Dicembre 2021

Si chiama Nereus ed è un gigantesco asteroide, grande più o meno come la Torre Eiffel: vecchia conoscenza degli studiosi dello spazio (è stato avvistato per la prima volta dall’astronoma americana Eleanor Helin nel 1982), non manca di inquietare l’Agenzia Spaziale Americana ogni volta che passa dalle nostre parti. (A proposito di inquietudine, vi ricordate quando un asteroide a forma di teschio doveva sfiorare la Terra ad Halloween?)

Nereus è alto 330 metri e lungo 150: il suo passaggio è previsto per l’11 dicembre, a una distanza di circa 3,86 milioni di km dal nostro pianeta. Una distanza considerevole, più o meno 10 volte quella che c’è fra Terra e Luna: anche la velocità sarà altissima, tanto che dovrebbe superare la Terra a 23.657 km all’ora.

Perchè allora la NASA è in allerta? Questione di protocollo: qualunque corpo estraneo passi a meno di 190 milioni di km dalla Terra viene catalogato come oggetto vicino e rischioso. Questo perchè anche un minimo cambiamento di traiettoria potrebbe causare gravi problemi, ovviamente per via dell’impatto cataclismatico (a dir poco) che avrebbe sul pianeta.

Antenne dritte quindi dalle parti della NASA, del cui giudizio possiamo comunque fidarci serenamente: basti pensare che pochi giorni fa è stato lanciata la missione NASA DART, Double asteroid redirection test, il primo test in scala reale della tecnica di impatto cinetico a scopo di Difesa Planetaria. DART dovrà cambiare la rotta dell’asteroide Didymos e dal suo satellite Dimorphos, mentre un satellite tutto italiano, il LICIACUBE (realizzato a Torino) è incaricato di fotografare l’impatto a distanza di sicurezza per controllare che tutto vada secondo i piani.

Prove tecniche di difesa della Terra da un eventuale incontro troppo ravvicinato con un corpo celeste: fortunatamente, grazie ai progressi della scienza, siamo in grado di farlo. E abbiamo anche parecchio tempo per allenarci: all’orizzonte dei prossimi 100 anni non è previsto nessun problema planetario particolare.

 

 

 

 

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