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Perchè si dice "bucato"? Non c'entrano i panni lavati

Il termine "bucato" non si riferisce ai panni, ma probabilmente al mastello bucato sul fondo che prima della diffusione della lavatrice si usava per lavarli

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Perché si dice “bucato” per riferirsi ai panni appena lavati? Il termine sembra richiamare qualcosa di rotto, vecchio e frusto, e non qualcosa di profumato di fresco e appena uscito dalla lavatrice. A quanto pare il termine non dovrebbe riferirsi agli abiti, ma al contenitore che una volta si utilizzava per lavarli. La lavatrice è un’invenzione abbastanza recente, ed è diventata un elettrodomestico presente nella maggior parte delle case solo dal secondo dopoguerra. In precedenza i panni venivano lavati in grossi mastelli, dove si facevano bollire o si lasciavano a bagno in acqua calda e sapone .

Come si lavava il bucato

Il mastello pieno di acqua e panni era pesante e difficile da maneggiare, ma per poterlo svuotare agevolmente aveva un buco sul fondo, chiuso con un tappo. Bastava quindi rimuovere il tappo e l’acqua saponata defluiva naturalmente, lasciando i panni pronti per il risciacquo e la strizzatura. Probabilmente il termine “bucato” era quindi riferito all’attrezzo utilizzato per lavare, ed è in seguito passato ad indicare l’azione in sè e quindi anche il risultato finito, cioè i panni puliti. Ecco dunque perché si dice “bucato” in riferimento ai panni appena lavati.

L’antenato della lavatrice

Questo grosso otre per lavare i panni è quindi un’ingegnosa invenzione che fa da antenato all’odierna lavatrice e permetteva lavaggio e risciacquo in un unico contenitore senza doverlo sollevare. Al tempo del mastello bucato si utilizzava per i panni un sapone ottenuto dalla lisciva di cenere, e in alcuni casi si usava direttamente la cenere stessa. Mettendola a bollire si ottiene infatti naturalmente la lisciva, ingrediente base del sapone naturale. In questo modo il sapone si produceva naturalmente durante il lavaggio, con un unico procedimento.

Derivato dal francone

Esiste anche un’altra possibile spiegazione sul perché si dica “bucato” in riferimento ai panni appena lavati. Secondo questa spiegazione il termine deriva dal francone  “bukon”, che significa “immergere”. Il francone è una lingua germanica parlata in una stretta fascia della Germania occidentale, che nel Medioevo occupava la parte centrale del Regno franco.

Dal francone derivano lingue odierne come l’olandese o l’afrikaans. Alcune influenze del francone si trovano anche in molti dialetti tedeschi, ed è possibile che il termine sia in qualche modo poi passato anche all’italiano per definire l’atto di lavare i panni.

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