Sai che differenza c'è tra lievito in polvere e lievito di birra?

Entrambi sono indispensabili per la buona riuscita di pizze e focacce, ma hanno caratteristiche molto diverse: ecco quali

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio exploit di pizzaioli improvvisati. I primi risultati forse non saranno stati molto lusinghieri, ma con il passare delle settimane molti si sono trasformati in professionisti di pizze e focacce. Il lievito, si diceva: ma siamo sicuri di conoscere la differenza tra quello di birra e quello in polvere?

C’è lievito e lievito

La prima differenza riguarda la percentuale di umidità. Nel lievito di birra fresco l’umidità è circa del 70%, mentre in quello secco è decisamente più bassa, intorno all’8%. Naturalmente il primo ha una “vita” più breve rispetto al secondo, però in compenso è già attivo e non ha bisogno di un tempo necessario per riattivarsi.

Il lievito secco invece richiede tempi più o meno lunghi che variano a seconda della tipologia di lievito utilizzata.

Come conservare il lievito di birra

Il lievito di birra fresco viene conservato in frigorifero da +1 a +4 °C, temperature più alte riducono invece i tempi di conservazione. Si consiglia di riporre i panetti in contenitori sottovuoto: questo perché l’umidità iniziale del 70% rimanga sempre costante, ma anche perché così facendo si riducono sia l’inquinamento che la quantità di ossigeno, che determina la perdita dell’attività fermentativa (ecco come sostituire il lievito)

La consistenza del lievito è fondamentale

In un impasto per la pizza bisogna valutare anche la consistenza del lievito: se questo assume una consistenza che ci ricorda la plastilina è meglio non adoperarlo. Via libera invece se si sbriciola. Importante è anche il colore del lievito: quello buono ha una colorazione beige chiaro o grigio avorio.

Quando invece si notano sfumature che tendono al marroncino, giallo o verde vuol dire che la popolazione microbica potrebbe non essere più funzionale: il problema è da attribuire all’errato stoccaggio dei panetti. Se ben conservati questi hanno un sapore tendenzialmente neutro, mentre se si avverte un sapore acidulo o dolciastro potrebbe voler dire che si sono sviluppati microrganismi indesiderati che inficiano le performance dei saccaromiceti.

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