Un lampo radio potentissimo, mai registrato prima, ha attraversato il cosmo per raggiungere la Terra. Il 16 marzo 2025 gli scienziati hanno captato un segnale radio straordinario proveniente da NGC 4141, una galassia a spirale situata a circa 130 milioni di anni luce da noi, nel cuore della costellazione dell’Orsa Maggiore. Questo fenomeno è stato subito definito RBFLOAT (acronimo che significa “lampo radio più luminoso di tutti i tempi) e ha acceso l’interesse della comunità scientifica internazionale.
- Il lampo radio più luminoso di intere galassie
- Le possibili cause: catastrofi cosmiche o magnetar
- Il progetto CHIME
- Cosa aspettarsi dal futuro
Il lampo radio più luminoso di intere galassie
Gli FRB (Fast Radio Burst), o lampi radio veloci, sono brevissimi impulsi di onde radio che durano appena pochi millisecondi, ma in quel minuscolo intervallo di tempo sprigionano una quantità di energia impressionante. Secondo l’INAF, l’energia rilasciata da RBFLOAT supera di gran lunga quella che il nostro Sole emette in un anno intero. Per avere un termine di paragone, si tratta di un lampo radio talmente potente da risultare più luminoso dell’intera galassia che lo ha generato.
Questi fenomeni sono stati scoperti solo nel 2007 e, da allora, gli scienziati ne hanno individuati circa 4mila. La loro origine resta però in gran parte un mistero. Alcuni sono eventi isolati, altri si ripetono nel tempo.
Le possibili cause: catastrofi cosmiche o magnetar
La teoria più accreditata attribuisce i lampi radio veloci a eventi astrofisici estremi. Tra le ipotesi principali ci sono le magnetar, stelle di neutroni con campi magnetici talmente potenti da generare esplosioni radio quando rilasciano enormi quantità di energia.
Un’altra spiegazione riguarda la collisione tra buchi neri e stelle di neutroni, eventi rari ma devastanti, che generano non solo lampi radio, ma anche onde gravitazionali: increspature nello spazio-tempo già osservate dagli interferometri come LIGO e VIRGO.
Non mancano ipotesi più suggestive, come l’origine artificiale dei segnali o la possibilità che si tratti di una tecnologia extraterrestre avanzata. Tuttavia, la comunità scientifica sottolinea che, al momento, non esistono prove a supporto di queste speculazioni.
Il progetto CHIME
La scoperta di RBFLOAT è stata possibile grazie al Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (CHIME), un potente gruppo di antenne radio situato in British Columbia. Questo sistema, recentemente potenziato con le nuove stazioni “Outrigger” dislocate in Nord America, consente di amplificare la sensibilità e localizzare con precisione l’origine dei segnali cosmici.
L’osservazione è stata condotta da un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università McGill di Montreal, in collaborazione con il MIT, l’Università di Toronto e la Northwestern University. La potenza del segnale era tale che, inizialmente, gli strumenti di rilevazione hanno sospettato si trattasse di una interferenza terrestre, come quella causata da telefoni cellulari o satelliti. Solo successive verifiche hanno confermato che proveniva davvero da una galassia lontana.
Cosa aspettarsi dal futuro
Gli scienziati hanno localizzato l’origine di RBFLOAT in un braccio a spirale della galassia NGC 4141, in una regione caratterizzata da intensa formazione stellare. Questo dato supporta l’ipotesi di una magnetar come possibile sorgente. Ma le immagini ad alta risoluzione del telescopio MMT in Arizona hanno mostrato che il segnale proviene all’esterno dell’ammasso stellare più vicino, una posizione considerata insolita.
La cattura di RBFLOAT rappresenta un passo fondamentale nella comprensione dei lampi radio veloci e dei processi estremi che plasmano l’universo. Gli scienziati ritengono che i prossimi aggiornamenti del CHIME permetteranno di individuare molti altri FRB, contribuendo a chiarire il loro mistero.
Per ora, RBFLOAT rimane un segnale senza precedenti: un messaggio potentissimo, nato a milioni di anni luce, che ha attraversato il tempo e lo spazio per raggiungere la Terra e spingerci a guardare ancora più lontano.