Chi non ha mai sbagliato la cottura di una bistecca almeno una volta nella vita? Carne troppo cotta, oppure troppo cruda, e ancora bruciacchiata fuori e fredda dentro. A volte anche i più esperti finiscono per affidarsi all’istinto, sperando che il risultato finale sia almeno accettabile. Eppure oggi, grazie alla scienza e a una formula che prende ispirazione da Albert Einstein cucinare una bistecca perfetta potrebbe diventare finalmente una questione di calcolo e non solo di fortuna.
- La formula per la cottura perfetta che arriva dalla fisica
- Perché conta lo spessore (e non il peso)
- Come applicare il metodo "Einstein" in cucina
- Addio agli errori al barbecue
La formula per la cottura perfetta che arriva dalla fisica
La novità arriva da Rob Appleby, professore di fisica all’Università di Manchester ma anche chef formato, che ha deciso di applicare una formula della fisica classica al mondo della cucina. Il risultato? Un metodo matematicamente esatto per prevedere con precisione i tempi di cottura della carne. La formula è la seguente: L² = 4Dt.
A prima vista può sembrare ostica, ma è più semplice di quanto sembri. In questa equazione:
- L rappresenta lo spessore della bistecca (in centimetri),
- D è il coefficiente di diffusione termica (cioè la velocità con cui il calore attraversa la carne),
- t è il tempo necessario affinché il calore raggiunga il centro del pezzo di carne.
Perché conta lo spessore (e non il peso)
L’idea alla base è che non è il peso della bistecca a determinare quanto tempo serve per cuocerla, ma la sua profondità. Ed è proprio questo il punto cruciale: il calore impiega più tempo ad attraversare carne più spessa. Raddoppiare lo spessore, quindi, non significa raddoppiare il tempo di cottura, ma addirittura quadruplicarlo.
Questo principio scientifico, nato dallo studio del moto delle particelle, si presta perfettamente a spiegare perché molte grigliate si trasformano in disastri. Uno dei miti più comuni, quello secondo cui una bistecca più grande richiederebbe semplicemente più tempo, viene così smentito. Serve invece capire quanto in profondità deve penetrare il calore e a quale velocità questo avviene.
Come applicare il metodo “Einstein” in cucina
Per mettere in pratica il “metodo Einstein”, però, non serve un laboratorio. Bastano due strumenti accessibili a chiunque: un termometro da cucina (per controllare la temperatura interna della carne) e un pizzico di pazienza. Una volta misurato lo spessore della bistecca e applicata la formula, sarà possibile stabilire in quanti minuti la carne raggiungerà il grado di cottura desiderato.
L’obiettivo è evitare gli errori più classici: la crosta bruciata con cuore crudo o, peggio ancora, la bistecca completamente asciutta. Questo approccio scientifico permette di cuocere la carne in modo uniforme, portandola alla temperatura ideale senza doverla continuamente tagliare per controllare.
Addio agli errori al barbecue
Secondo gli esperti che hanno contribuito alla diffusione di questo nuovo metodo, tra cui anche il team di Polhill BBQs, l’utilizzo di questo tipo di calcolo potrebbe trasformare completamente l’esperienza del barbecue, soprattutto in occasioni speciali. In quei giorni in cui milioni di griglie vengono accese, la pressione per servire una bistecca perfetta è altissima. E con questo sistema, chiunque può sentirsi più sicuro, anche senza essere uno chef stellato o un fisico teorico.