Di tanto in tanto scopriamo delle storie dei supercentenari, ovvero di quelle persone che superano – e di molto – la soglia dei 100 anni. A volte sembrano fiabe, ma affondano sempre le loro radici in alcune questione che sono decisamente scientifiche. Tra queste, vogliamo raccontarvi la storia di Maria Branyas Morera, una signora catalana che si è spenta all’età di 117 anni.
La storia di Maria Branyas Morera
Maria Branyas Morera, è arrivata alla veneranda età di 117 anni vivendo una vita nella quale ha attraversato guerre, dittature, pandemie e rivoluzioni.
Oggi, però, la sua incredibile longevità è finita al centro di uno studio destinato a cambiare il nostro modo di intendere l’invecchiamento. Gli esperti sembrano aver infatti scoperto che il segreto del suo straordinario percorso non era nascosto in un qualche elisir esotico o in pratiche esoteriche di qualche tipo, quanto piuttosto in un piccolo gesto quotidiano che tutti possiamo imitare.
Un cucchiaio di yogurt al giorno (anzi, tre): il segreto della longevità?
Ogni mattina, Maria apriva il frigorifero e prendeva il suo yogurt preferito, un prodotto semplice, locale, La Fageda, un noto marchio catalano che per lei era più di un alimento: un rito.
Ne mangiava tre al giorno, senza eccezioni. Non era una fissazione: la donna raccontava che “la facevano stare bene”.
Quando gli scienziati spagnoli dell’Istituto Josep Carreras e dell’Università di Barcellona hanno iniziato a studiare il suo corpo, hanno trovato una verità sorprendente.
In quegli yogurt vivevano infatti miliardi di batteri buoni – Lactobacillus delbrueckii bulgaricus e Streptococcus thermophilus – capaci di ridurre le infiammazioni e mantenere giovane il sistema immunitario. Insieme a una dieta equilibrata, un frullato quotidiano di otto cereali e la totale assenza di alcol e fumo, questo piccolo gesto aveva contribuito a costruire un corpo eccezionalmente resistente.
Ma non solo: la sua età biologica risultava inferiore di 15 anni rispetto a quella anagrafica. “Per la prima volta – ha spiegato il dottor Manel Esteller, coordinatore dello studio – siamo riusciti a separare l’essere anziani dall’essere malati. Maria era vecchia, sì, ma non malata”.
Tra geni fortunati e scelte consapevoli: il vero segreto di Maria
Maria era nata a San Francisco nel 1907, ma aveva trascorso quasi tutta la vita in Spagna. Sopravvissuta a due guerre mondiali, alla guerra civile, all’influenza spagnola e persino al Covid-19 a 113 anni, ha vissuto tutta la sua esistenza con una lucidità e una serenità disarmanti. Diceva che la felicità era “nelle cose semplici: un bicchiere d’acqua, una passeggiata, una risata con gli amici”.
Gli scienziati hanno trovato nei suoi geni alcune caratteristiche rare, come telomeri molto corti – strutture che, in lei, sembravano proteggerla dal cancro – e un metabolismo dei lipidi particolarmente efficiente. Ma anche i migliori geni, sottolineano i ricercatori, non bastano senza un contesto favorevole. Maria viveva immersa in una rete di affetti, coltivava le relazioni e non ha mai conosciuto la solitudine. “Non possiamo scegliere i nostri genitori, ma possiamo scegliere come vivere”, ha commentato ancora Esteller.
La lezione che ci lascia è limpida: la longevità non è un miracolo, ma un intreccio di fattori. Una dieta sana e semplice, una mente curiosa, l’assenza di vizi distruttivi, una comunità di affetti che ci circonda e un pizzico di fortuna.