Nella serata del 20 gennaio, gli amanti di astronomia avranno un motivo in più per alzare lo sguardo al cielo. La Luna, nostro satellite fedele, si immergerà nelle Pleiadi, un ammasso stellare che già di per sé offre uno spettacolo affascinante. Questa straordinaria convergenza di astri regalerà uno show imperdibile, visibile a occhio nudo e completamente gratuito. C’è solo una condizione da soddisfare: le condizioni meteo. Ma andiamo a scoprire di più riguardo al nuovo spettacolo celeste che ci attende stasera!
La Luna nelle Pleiadi: lo spettacolo della sera del 20 gennaio 2024
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Nella serata del 20 gennaio, il cielo ci proporrà uno spettacolo celeste unico nel suo genere. La Luna attraverserà la costellazione del Toro, conducendoci in un viaggio visivo affascinante. Questo evento straordinario ci permetterà di ammirare il satellite terrestre in prossimità dell’ammasso stellare delle Pleiadi (M45). L’entusiasmo cresce, poiché se le condizioni meteorologiche saranno favorevoli, potremo godere di questo magnifico evento senza l’ausilio di alcuna strumentazione astronomica.
Le Pleiadi, protagoniste indiscusse di questa serata, sono un ammasso stellare già straordinario anche da solo. Situate a 440 anni luce dalla Terra, queste stelle formano uno agglomerato celeste che può essere ammirato persino in città, a patto che il cielo sia privo di nuvole. Con un cielo sereno, è possibile distinguere 4 o 5 stelle, ma lontano da fonti di inquinamento luminoso, il conto può salire fino a 12. La loro bellezza, quindi, si svela con ancora maggiore intensità quando sono accompagnate dalla presenza incantevole della Luna.
Per questo motivo, quello del 20 gennaio è un momento che può rivelarsi davvero unico.
La leggenda delle Pleiadi
La straordinaria visibilità delle Pleiadi nel cielo notturno ha da sempre catturato l’immaginazione umana, diventando un riferimento significativo in molte culture, sia antiche che contemporanee. Nella ricca tapestry delle mitologie, le Pleiadi hanno assunto ruoli diversi, lasciando il loro segno indelebile nelle storie tramandate di generazione in generazione.
Nella mitologia greca, le Pleiadi erano conosciute come le Sette sorelle, figure che incarnavano la grazia e la bellezza. Per la mitologia norrena, invece, esse rappresentavano le galline di Freya, dea dell’amore e della fertilità. In molte lingue europee antiche, le Pleiadi erano talvolta denominate “galline” o “galli”, sottolineando l’importanza simbolica di queste stelle. Non a caso, nel poema “Il gelsomino notturno“, Pascoli affettuosamente chiama le Pleiadi “la Chioccetta“, un termine che evoca l’immagine di una chioccia in un’aia azzurra, seguita da un pigolio di stelle.
Durante l’Età del Ferro, i Celti associavano le Pleiadi a concetti più oscuri, legandole al dolore e ai funerali. Questa connessione si evidenziava nel periodo compreso tra l’equinozio d’autunno e il solstizio d’inverno, durante il cross-quarter day, che coincide con le festività contemporanea dedicate ai morti e ad Halloween.
Il poeta italiano Gabriele D’Annunzio a sua volta, era così affascinato da queste stelle che voleva intitolare i sette libri della sua raccolta “Laudi” con i nomi delle sette stelle principali delle Pleiadi. Tuttavia, pubblicò solo cinque di questi libri: Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope, mantenendo vivo il richiamo poetico di questo ammasso stellare nell’arte e nell’alta poesia italiana.