Pizza più cara al mondo è italiana ma non si tratta di Briatore

Flavio Briatore è al centro delle polemiche per la sua pizza Margherita a 15 euro, ma non è la più costosa: la Luigi XIII costa quasi 9mila euro

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In questi giorni con il caldo dell’estate arrivano a noi anche le roventi polemiche scatenate da Flavio Briatore sulla sua pizza Margherita a 15 euro: al Crazy Pizza, infatti, la regina di questa pietanza è realizzata solo con materie prime sceltissime e l’imprenditore si è lungo interrogato sugli ingredienti utilizzati dai pizzaioli che vendono i propri prodotti a 4 o 5 euro.

La polemica ha tirato in ballo uno dei mastri pizzaioli più conosciuti e apprezzati nel nostro paese, Gino Sorbillo, proprietario di diverse pizzerie di Napoli, che ha difeso la sua filosofia di trattare la pizza come un alimento popolare.

Sin dagli inizi, infatti, per la facilità con cui si reperivano le materie prime, la pizza è sempre stata considerata alla portata di tutti e Sorbillo continua a crederci: “Da noi devono poter venire lo studente, il pensionato e il disoccupato” ha infatti chiarito lo chef sulle pagine del Corriere della Sera, nonostante abbia sottolineato gli evidenti rincari dei prodotti come la farina passata da 50 centesimi a 1,2 euro al kg.

Anche Carlo Cracco qualche tempo fa si è scontrato con la tradizione proponendo sul suo menù la pizza Margherita a 22 euro, ma non è la sua – né appunto quella di Briatore – la pizza più costosa al mondo. Restiamo sempre in Italia ma spostiamoci nel Cilento, in provincia di Salerno, dove lo chef Renato Viola – che oggi vive a Miami – ha ideato la Luigi XIII.

Un tripudio di sapori e prelibatezze che costa la bellezza di 8.300 euro per due persone.. Sì, avete letto bene! Il prezzo così esoso è giustificato da una serie di motivi, in primis la selezionatissima lista degli ingredienti che Viola ha scelto per la pizza meno popolare (ma nonostante il prezzo molto conosciuta) di sempre.

La pizza Luigi XIII ha un diametro di circa 20 centimetri, l’impasto viene fatto lievitare 72 ore e viene insaporito con il prezioso sale di Murray River: sopra troviamo tre tipologie di caviale (Oscietra Royal Prestige, Kaspia Oscietra Royal e Beluga Kaspia), i gamberoni rossi provenienti da Acciaroli, l’aragosta di Palinuro, la cicala del Mediterraneo e delle gocce di cognac Luigi XIII Remy Martin.

Ma non è finita qui, perché il costo arriva alle stelle anche per altre ragioni: oltre alla preparazione dell’impasto che dura tre giorni, la pizza Luigi XIII viene preparata a domicilio direttamente dallo chef in persona accompagnato dal sommelier e un altro chef al fine di offrire un’esperienza unica nel suo genere.

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