Mistero dei 'cerchi delle fate' nel deserto: cosa sta accadendo

Le antiche conoscenze degli aborigeni australiani aiutano a risolvere il mistero scientifico dei "cerchi delle fate" nel deserto. Ecco quali sono

6 Aprile 2023
Giuseppe Guarino

Giuseppe Guarino

Giornalista, Ph(D) in Diritto Comparato e processi di integrazione

Dottore di ricerca con una tesi sulla digitalizzazione della cartografia storica. Da anni opera nel campo della ricerca, sulla Storia contemporanea di America Latina e Spagna. Scrive da sempre: collabora con numerose testate ed è presidente dell'Associazione Culturale "La Biblioteca del Sannio".

I “cerchi delle fate” rappresentano da anni uno dei grandi misteri scientifici del deserto australiano. Da tempo gli studiosi hanno cercato di spiegare il fenomeno, ma solo recentemente la risposta sembra essere stata finalmente trovata. Ed è avvenuto anche grazie allo studio della cultura aborigena locale. Ma qual è allora l’origine di questi misteriosi spazi vuoti tra le sterpaglie del deserto?

I cerchi, che formano schemi circolari regolari di pavimentazione nuda, sono stati originariamente registrati in Africa negli anni ’70, ma sono molto diffusi anche in Australia. Mentre fino ad oggi gli studiosi avevano sostenuto che essi fossero il risultato di piante vicine in competizione per l’acqua, gli indigeni australiani sostengono che le macchie sono formate dalle termiti che scavano sotto.

Questo fenomeno è stato osservato in diverse zone desertiche, soprattutto nella regione di Pibara, nell’Australia occidentale, dove gli scienziati hanno effettuato dei sondaggi e degli scavi per comprendere la natura dei cerchi. Grazie alle ricerche effettuate, è stato dimostrato che il 100% delle trincee scavate presentava camere di termiti visibili orizzontalmente e verticalmente nella matrice. In pratica hanno confermato ciò che gli indigeni sapevano già: sono proprio le termiti a provocarli.

Questa scoperta ha fornito però una nuova prospettiva nella spiegazione del fenomeno dei cerchi delle fate in Australia. Altre ipotesi precedenti, come quella secondo cui i cerchi sarebbero dovuti a microrganismi, oppure al riassetto dei terreni, oppure ancora all’azione di gas metano sotterraneo, sono state meno avvalorate rispetto a quella delle termiti.

Gli aborigeni australiani, infatti, raccoglievano e mangiavano le Warturnuma, termiti volanti che volavano dai linyji, come loro chiamano i cerchi delle fate. Inoltre si è scoperto che anche una specie minacciata nota come Mulyamiji o scinco del deserto, utilizza i cerchi per i suoi scopi, poiché è stato osservato che dopo le piogge nelle aree in cui sono presenti, la creatura nasce nell’acqua che si trova sopra di essi.

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