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Monsone di api, città prigioniera degli insetti: cosa è successo

Guerra alle api a Worcester: residenti ostaggi di uno sciame di oltre un milione di insetti

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

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A Corfe Avenue, una tranquilla strada residenziale nella zona di Warndon, a Worcester (Regno Unito), la vita dei cittadini è diventata un vero e proprio incubo. Ogni estate, da oltre dieci anni, i residenti si ritrovano prigionieri nelle loro case, letteralmente assediati da un gigantesco sciame di api che invade la zona. Secondo quanto riportato, si tratterebbe di oltre un milione di api, provenienti da ben 21 alveari collocati nel giardino di una casa in affitto della zona.

Un’invasione estiva che paralizza la vita quotidiana

Le testimonianze dei residenti sono drammatiche. Descrivono scene simili a quelle di un film horror: sciami che piombano nei salotti attraverso i camini, api che ronzano ovunque e una presenza così massiccia da costringere le famiglie a sigillarsi in casa per mesi, da maggio fino a ottobre. Molti dichiarano di non riuscire più a godersi i propri spazi all’aperto. “Non ho più messo piede in giardino dai tempi del Covid”, ha raccontato un residente, “uscire può diventare un pericolo”.

C’è chi è stato punto più volte, tanto da dover correre in farmacia e iniziare un trattamento antibiotico. Un altro abitante della via ha riferito che, nel giro di due settimane, una colonia di api aveva completamente invaso il suo camino, arrivando a formare un agglomerato lungo un metro: “Sembrava una monsonica pioggia di insetti nella mia sala da pranzo. È stato orribile”.

Api non gestite e nessun controllo

Il problema, secondo i residenti, nasce dal fatto che gli alveari non sono più gestiti correttamente. Il proprietario della casa in questione – ora affittata – aveva iniziato con l’apicoltura anni fa, quando viveva lì, ma da quando si è trasferito, gli alveari sarebbero stati abbandonati a loro stessi. Le colonie si sono moltiplicate e sono diventate sempre più aggressive. Nonostante tutto, non esiste al momento alcuna normativa nazionale nel Regno Unito che limiti il numero di arnie nei giardini privati, e le autorità locali hanno difficoltà a intervenire.

Interviene il consiglio comunale

Vista la gravità della situazione, i consiglieri comunali Sarah Murray e John Rudge hanno chiesto una revisione urgente delle regole. Murray ha sottolineato come la questione non sia più un problema privato, ma un’emergenza pubblica: “Ci sono famiglie con bambini piccoli, animali domestici e lavoratori che vengono punti. Le finestre restano chiuse anche con il bel tempo, e i tecnici si rifiutano di tornare a fare riparazioni nelle abitazioni”. Una residente si è vista chiedere 8.000 sterline per rimuovere uno sciame dal proprio camino.

Il Comune sta ora valutando la possibilità di emettere un Community Protection Notice”, un avviso legale per affrontare i problemi che minacciano la qualità della vita. Inoltre, è in corso un’indagine da parte del Worcestershire Regulatory Services, l’ente preposto alla tutela della salute ambientale, che potrebbe decidere di applicare sanzioni o ordinare l’eliminazione o la gestione degli alveari in modo più sicuro.

Non è una battaglia contro le api

I residenti, è bene sottolinearlo, non vogliono eliminare le api. “Non siamo contro gli insetti impollinatori, sappiamo quanto siano importanti per l’ambiente”, ha dichiarato un vicino. “Ma vivere in queste condizioni è inaccettabile. Gli sciami sono fuori controllo e la situazione peggiora ogni anno”.

L’esperto Martyn Cracknell, responsabile dell’associazione apicoltori del Worcestershire, ha spiegato che le colonie si moltiplicano naturalmente quando la popolazione di un alveare diventa troppo grande. In questi casi, l’ape regina parte con un gruppo di operaie per fondare una nuova colonia. Tuttavia, è responsabilità del proprietario dell’alveare anticipare questi comportamenti e gestirli, evitando la formazione di sciami non controllati in aree urbane.

In attesa di soluzioni

Per ora, i residenti di Corfe Avenue restano ostaggi nella propria casa, sperando in un intervento tempestivo da parte delle autorità. Il caso sta sollevando interrogativi più ampi sulla gestione dell’apicoltura urbana e sulla necessità di introdurre regole più severe per tutelare il benessere pubblico. E mentre si cerca una soluzione, l’estate si avvicina… e con essa, un altro possibile assalto aereo” di api.

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