Un oggetto proveniente da fuori il Sistema Solare sta attraversando lo spazio a velocità elevata e oggi raggiunge il punto di massimo avvicinamento alla Terra. Il suo nome è 3I/ATLAS e, secondo le stime, ha dimensioni paragonabili a quelle di una grande città come Milano. Una notizia che, inevitabilmente, ha acceso l’attenzione non solo della comunità scientifica, ma anche del pubblico più curioso e degli appassionati di UFO.
Per gli astronomi, si tratta del terzo oggetto interstellare mai osservato mentre attraversa il nostro sistema planetario. Per una parte dell’opinione pubblica, invece, è qualcosa di molto più enigmatico. E proprio questa distanza tra rigore scientifico e immaginazione collettiva sta rendendo il passaggio di 3I/ATLAS uno degli eventi spaziali più discussi dell’anno.
- Cos’è davvero 3I/ATLAS
- Il passaggio più vicino e l’allerta planetaria
- Le anomalie che alimentano il mistero
- Perché si parla di “oggetto alieno”
- Cosa potrebbe accadere davvero
Cos’è davvero 3I/ATLAS
3I/ATLAS è stato individuato dai sistemi di sorveglianza astronomica come un corpo interstellare, cioè un oggetto che non si è formato attorno al Sole ma che proviene da un altro sistema stellare. Le osservazioni indicano un diametro stimato di circa 20 chilometri, una dimensione enorme se confrontata con la maggior parte degli asteroidi che transitano vicino alla Terra.
Le agenzie spaziali ritengono che si tratti con ogni probabilità di una cometa, anche se atipica, che viaggia lungo una traiettoria molto inclinata rispetto al piano dei pianeti. Il suo passaggio avverrà a una distanza di circa 170 milioni di miglia, una misura che, in termini astronomici, è considerata sicura e priva di rischi di collisione.
Il passaggio più vicino e l’allerta planetaria
Nonostante gli scienziati escludano qualsiasi pericolo, il fly-by di 3I/ATLAS non è passato inosservato. Proprio in occasione del suo avvicinamento, 21 Paesi stanno partecipando a un’esercitazione internazionale di difesa planetaria, sfruttando l’evento come simulazione per testare i protocolli di monitoraggio e risposta a oggetti potenzialmente pericolosi.
L’obiettivo non è 3I/ATLAS in sé, ma la possibilità di usare un caso reale per verificare tempi di comunicazione, capacità di osservazione e coordinamento globale. Un esercizio che dimostra quanto l’attenzione verso le minacce spaziali sia ormai un tema concreto e strutturato.
Le anomalie che alimentano il mistero
A rendere il caso più controverso è l’intervento del fisico teorico Avi Loeb, professore ad Harvard, noto per le sue posizioni non convenzionali sugli oggetti interstellari. Dopo mesi di osservazioni, Loeb ha dichiarato di aver individuato numerose anomalie nel comportamento di 3I/ATLAS.
Tra gli elementi più discussi c’è la traiettoria retrograda, cioè opposta al movimento dei pianeti attorno al Sole, e il suo allineamento sorprendentemente preciso con il piano dell’eclittica. Secondo Loeb, un allineamento di questo tipo sarebbe statisticamente poco probabile per un corpo naturale, lasciando spazio a interpretazioni più speculative.
Va sottolineato che queste ipotesi non rappresentano il parere scientifico. La maggior parte degli astronomi ritiene infatti che le caratteristiche osservate possano essere spiegate da modelli naturali ancora in fase di studio, senza dover ricorrere a scenari di origine artificiale.
Perché si parla di “oggetto alieno”
Il termine “alieno” associato a 3I/ATLAS non indica necessariamente una tecnologia extraterrestre. In astronomia, “interstellare” significa semplicemente “proveniente da fuori dal nostro sistema”. Ma nel linguaggio mediatico e sui social, il confine tra le due definizioni tende a sfumare.
La combinazione di dimensioni imponenti, origine esterna e anomalie di traiettoria ha fatto il resto, trasformando 3I/ATLAS in un perfetto catalizzatore di teorie alternative. È un meccanismo già visto con altri oggetti simili, dove la mancanza di dati completi lascia spazio a interpretazioni suggestive.
Cosa potrebbe accadere davvero
Dal punto di vista pratico, il passaggio di oggi non avrà alcun impatto diretto sulla Terra. Nessun rischio di collisione, nessuna interferenza con il nostro pianeta. L’evento sarà soprattutto un’opportunità scientifica: più dati, più osservazioni, più elementi per comprendere la natura di questi visitatori cosmici.
Nel medio periodo, 3I/ATLAS contribuirà ad ampliare le conoscenze sugli oggetti interstellari e sulla loro frequenza. Ogni nuovo passaggio aiuta gli scienziati a capire meglio cosa viaggia tra le stelle e quanto il nostro Sistema Solare sia, in realtà, meno isolato di quanto sembri.