Potresti non voler mangiare più funghi dopo questa scoperta

Gli scienziati avrebbero scoperto che i funghi sono in grado di parlare e conoscerebbero oltre 50 parole: come stanno le cose

12 Aprile 2022

La scienza ha da tempo stabilito che non soltanto la razza umana o gli animali sono in grado di comunicare tra di loro attraverso un sistema – più o meno complesso – di fonemi e parole: anche il mondo vegetale è capace di parlare e la più recente delle scoperte è che i funghi conoscerebbero più di 50 parole che userebbero per interfacciarsi con altri funghi ma anche con alberi e piante.

Il professore di informatica Andrew Adamatzky all’UWE di Bristol insieme a un gruppo di ricercatori ha pubblicato il nuovo studio sulla rivista  Royal Society Open Science analizzando gli impulsi elettrici di quattro specie di funghi: enoki, branchiale, fantasma e bruco.

“Abbiamo scoperto che il ‘linguaggio fungino’ supera le lingue europee in termini di complessità morfologica”: basti pensare, infatti, che la media delle parole inglesi si attesta su 4.8 lettere, mentre quella relativa ai funghi sfiorerebbe le 6.

Il linguista dei funghi ha ottenuto questo risultato inserendo minuscoli elettrodi nella rete del micelio, analizzando poi le registrazioni e rintracciando degli schemi ripetitivi sia in termini di frequenza che di altezza dei segnali.

Lo scopo del “parlare” da parte dei funghi riguarderebbe la necessità di comunicare la propria presenza agli altri funghi, ma anche di fornire informazioni a piante e arbusti sull’ambiente circostante come l’esposizione alla luce, la presenza di cibo o cambiamenti chimici nel terreno.

Adamatzky ha scoperto che i picchi elettrici si verificavano spesso a grappolo, rispecchiando i vocabolari umani e impiegando fino a 50 parole. Ciò non significa che presto troveremo il linguaggio “fungus” su Google Translate: “Non sappiamo se esiste una relazione diretta tra i modelli di picchi nei funghi e il linguaggio umano. Forse no – ha infatti specificato lo scienziato – D’altra parte, ci sono molte somiglianze nell’elaborazione delle informazioni in substrati viventi di classi, famiglie e specie diverse”.

Bisognerà dunque approfondire l’argomento per giungere a conclusioni che avvalorino la tesi del prof. di Bristol per cui i funghi parlano davvero o al contrario ridimensionare la scoperta che possiamo definire quanto meno inaspettata.

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