Quando il presidente russo Vladimir Putin si sposta all’estero, nulla viene lasciato al caso. Ogni dettaglio della sua sicurezza è pianificato con un livello di riservatezza che sfiora la paranoia, ma tra le numerose misure adottate ce n’è una che negli ultimi anni ha incuriosito analisti e servizi segreti di mezzo mondo: le sue guardie del corpo raccolgono e riportano in patria tutti i suoi rifiuti corporei, inclusi urina e feci. Una procedura insolita, certo, ma che secondo diverse fonti di intelligence risponde a una logica precisa: evitare che potenze straniere possano ottenere informazioni sensibili sullo stato di salute del presidente russo.
- Un protocollo rigidissimo per proteggere la privacy medica
- La strategia dell’intelligence russa
- Viaggi blindati e protocolli di massima segretezza
- Un’abitudine che incuriosisce i servizi segreti occidentali
- Una strategia di potere?
Un protocollo rigidissimo per proteggere la privacy medica
Secondo gli esperti di sicurezza, l’urina e le feci possono rivelare moltissimo sullo stato fisico di una persona: malattie croniche, eventuali tumori, trattamenti farmacologici in corso, e perfino informazioni genetiche. Per un leader di una superpotenza come la Russia, si tratta di dati estremamente delicati, che potrebbero essere sfruttati da governi ostili o servizi segreti rivali.
Per questo, quando Putin viaggia, un gruppo ristretto di uomini del Servizio federale di protezione (FSO) lo accompagna ovunque, gestendo ogni aspetto della sua vita privata. Tra i loro compiti c’è anche quello di raccogliere qualsiasi materiale biologico e riportarlo direttamente a Mosca, dove viene smaltito in strutture controllate.
La strategia dell’intelligence russa
Secondo fonti vicine al Cremlino, questa pratica non sarebbe recente, ma fa parte dei protocolli di sicurezza di Putin da diversi anni. In un contesto geopolitico segnato da sanzioni, tensioni diplomatiche e sospetti reciproci, il Cremlino considera qualsiasi informazione sanitaria un possibile punto debole.
Gli analisti sostengono che, attraverso un semplice campione biologico, un laboratorio ben attrezzato potrebbe determinare il livello di stress, individuare malattie croniche o valutare l’efficacia di eventuali terapie. In altre parole, la salute di un leader può diventare un’arma informativa in mano ai rivali.
Viaggi blindati e protocolli di massima segretezza
Durante le trasferte all’estero, il livello di protezione di Putin è massimo. Le guardie non solo gestiscono i suoi spostamenti e i contatti con l’esterno, ma monitorano ogni luogo che il presidente frequenta, compresi hotel, sale riunioni e aree riservate. Persino i bagni vengono controllati, e qualsiasi residuo biologico prodotto viene raccolto, sigillato e riportato in Russia.
Si tratta di un’operazione complessa, che coinvolge team addestrati e procedure codificate al millimetro. Ogni campione viene catalogato e trasportato sotto sorveglianza continua, con sistemi di tracciamento dedicati per evitare qualsiasi intercettazione.
Un’abitudine che incuriosisce i servizi segreti occidentali
La prassi ha inevitabilmente attirato l’attenzione dei servizi di intelligence di diversi Paesi. Secondo alcuni analisti, questo livello di protezione potrebbe indicare una particolare preoccupazione del Cremlino sullo stato di salute di Putin, anche se le autorità russe non hanno mai confermato né smentito eventuali patologie.
Altri osservatori, invece, leggono questa scelta come un gesto di forza e controllo: dimostrare che ogni informazione riguardante il leader è sotto la massima protezione, anche a costo di adottare procedure insolite e apparentemente estreme.
Una strategia di potere?
Per quanto possa sembrare una misura eccentrica, la raccolta dei “rifiuti corporei” di Putin rappresenta una tattica di sicurezza sofisticata. In un mondo dove le informazioni valgono più di qualsiasi arma, persino un dettaglio apparentemente banale può trasformarsi in un vantaggio strategico. Così, mentre la procedura continua a far discutere e incuriosire, il Cremlino resta fedele alla sua linea: nessuna informazione su Putin, nemmeno la più intima, deve finire in mani straniere.