Riparte la scuola, ma torna l'incubo COVID: invito all'uso delle mascherine

Per i presidi necessaria la mascherina per insegnanti e collaboratori, ma dal Ministero della Salute: "Niente allarmismi"

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E’ la settimana del ritorno in classe, a partire proprio da oggi, lunedì 11 settembre. Le scuole di ogni ordine e grado ripartono, e danno il via al nuovo anno scolastico 2023/24, ma un’ombra, che avevamo quasi dimenticato, sta per affacciarsi di nuovo. Quella del Covid. Nelle ultime settimane, infatti, si è registrato un aumento dei casi Covid e con il suono della campanella, c’è il timore che si possa tornare agli anni recenti, quando il ritorno tra i banchi di scuola ha riportato i contagi verso l’alto.

Per questa ragione i dirigenti scolastici stanno inviando agli insegnati ed a tutti i collaboratori scolastici una serie di indicazioni per affrontare senza rischi la riapertura delle scuole. In questo momento in Italia la variante Eris è prevalente, ma il ministero della Salute fa sapere che la situazione dei contagi non è allarmante, anche se invita al buon senso e ha diramato nuove regole sui tamponi per diagnosticare tempestivamente le infezioni nei luoghi dove ci sono persone più fragili o con il sistema immunitario più debole: ospedali e Rsa. Ma non le scuole.

“L’indicazione dei presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola”, ha precisato Mario Rusconi, dell’Associazioni Presidi, commentando l’impennata dei contagi della nuova variante Covid in Italia. Ed ecco tornare dall’incubo degli anni passati, l’uso della mascherina, ormai caduta in disuso, che quasi nessuno utilizza più, ma che potrebbe tornare d’attualità.“In molte scuole, a chi lo chiederà, distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”, ha detto il preside Mario Rusconi, sottolineando che “l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai professori e agli alunni con fragilità”.

Rispetto a quanto avvenne negli anni bui della pandemia, questo di Rusconi non è un obbligo, ma un suggerimento e un invito alla prudenza, anche perché l’evenutale decisione sull’obbligatorietà spetta agli organi ministeriali e non ad un’associazione, che lancia un appello ai tanti istituti scolastici ancora alle prese con lavori di ristrutturazione, mentre l’anno è ormai al via. “Avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus. Sarebbe, infine, prezioso che le scuole potessero riottenere quegli spazi oggi adibiti ad appartamenti, dove spesso vivono figli o nipoti di bidelli oramai morti. Nella sola Roma sono 500, ma la situazione è simile anche in realtà come Napoli e Bari”.

“Evitare allarmismi” è la frase che ripete Francesco Vaia, direttore generale della programmazione del ministero della Salute, secondo il quale è necessario pianificare interventi strutturali, “vediamo in settimana con la ripresa dell’anno scolastico di fare un punto su quello che è stato fatto finora. Ma evitiamo allarmismi” perché secondo il dirigente ministeriale,“non si può tornare indietro con misure che avevano un senso nel periodo di emergenza. Esiste il senso civico di responsabilità: la mascherina si può mettere se si è sintomatici per difendere gli altri…ma non si può tornare indietro. C’è adesso un’immunità ibrida, la storia clinica dimostra che il Covid colpisce le persone più fragili”.

Le indicazioni suggerite dal Ministero della Salute invitano ad indossare la mascherina, se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.

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