Fonte: ANSA

Turchia, quegli strani fenomeni nel cielo prima del terremoto

Molti video condivisi sui social mostrano aloni e lampi colorati nei cieli della Turchia in concomitanza con il terremoto.

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Le immagini della regione colpita dal disastroso terremoto ai confini tra Turchia e Siria continuano a raccontare anche sui nostri schermi tutta la devastazione che il sisma violentissimo ha lasciato dietro di sé, con migliaia di vittime, sfollati e città rase al suolo. Ma a colpire, soprattutto sui social, sono anche alcune immagini che mostrano insoliti fenomeni celesti proprio a ridosso delle scosse del 6 febbraio scorso. Si tratta delle cosiddette luci telluriche, ovvero lampi luminosi dalle tonalità bluastre e bianche che hanno attraversato il cielo sopra l’area della faglia.

Note anche con la sigla EQL (Earthquake Lights), le luci sismiche o telluriche sono un fenomeno ancora poco conosciuto che si registrerebbe in concomitanza con gli eventi sismici di maggiore potenza, in particolare in caso di terremoti con una magnitudo superiore a 5. La scienza non fornisce a tutt’oggi una spiegazione univoca su tali manifestazioni atmosferiche che comprendono lampi e aloni luminosi colorati.

C’è, infatti, chi li collega al sisma come se ne fossero un fenomeno collaterale della natura e chi, invece, ritiene non abbiano nulla a che fare con i sommovimenti terrestri (si tratterebbe solo di una conseguenza dei danni infrastrutturali alle centrali elettriche con emissione di grandi quantità di energia). Ma a interrogarsi sulla loro natura erano anche gli antichi, in tempi in cui le linee elettriche non esistevano di certo. Quindi?

L’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) – come riporta Fanpage – sottolinea come le luci sismiche potrebbero essere effettivamente connesse con i terremoti come conseguenza della ionizzazione dell’ossigeno nella crosta terrestre. L’energia prodotta dalla scossa sismica, infatti, scatenerebbe una variazione del numero di elettroni all’interno degli atomi, in grado di attraversare la roccia fino a trasferirsi in piccole quantità all’atmosfera. Ma è possibile anche che si tratti di campi elettrici attivati dalla deformazione rocciosa determinata dalle oscillazioni terrestri.

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