Mare, pericolo risacca: modo migliore per salvarsi non è nuotare

Generalmente sottovalutata, la corrente di risacca può mettere in pericolo i bagnanti. Ecco come riconoscerla e uscirne.

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Il mare, si sa, è la destinazione privilegiata delle vacanze degli italiani e le partenze sono ormai all’ordine del giorno. Tuttavia, anche se ci concediamo giornate di relax è bene fare attenzione a vivere la spiaggia con rispetto, responsabilità e sicurezza. Per esempio, una delle insidie meno note fra le onde è la risacca, che può nascondere un autentico pericolo. A dare qualche consiglio prezioso ci pensa il ‘Centro Meteo Emilia Romagna’ con un post sulla sua pagina Facebook.

Partiamo, intanto, con il riconoscere che cosa sia una corrente di risacca. “Mentre si è in spiaggia, imparate a osservare il mare”, si legge sul social. E in effetti, continua il post, “saper riconoscere una corrente di risacca vi potrebbe salvare la vita”. Queste correnti, infatti, sono piuttosto pericolose e sono tanti i bagnanti che vi finiscono coinvolti senza saper gestire la situazione. Se da una parte la risacca è un fenomeno comunissimo che si registra in prossimità della riva sulle spiagge sabbiose, d’altro canto viene generalmente sottostimato rispetto soprattutto alle onde e alla marea.

“Probabilmente tutti l’abbiamo vista – continua il ‘Centro Meteo Emilia Romagna’ – ma senza essere consapevoli del pericolo che correvamo”. Ecco, allora, come riconoscere la risacca. “Quando si vedono le onde e poi una piccola porzione delle onde ‘piatte’ in mezzo c’è una corrente risacca. In quell’area l’acqua si muove in direzione opposta quindi chi si trova in quell’area viene ‘risucchiato’ verso il mare”. Meglio, dunque, evitare quel punto perché “non è un posto tranquillo per uscire con i bambini piccoli, ma anche per gli adulti”.

A differenza delle onde ‘normali’, la corrente di risacca si muove dalla riva verso il mare aperto in direzione perpendicolare rispetto alla costa. E chi malauguratamente dovesse trovarsi tra quelle onde basse deve resistere alla tentazione istintiva di muoversi verso la riva. Il consiglio degli esperti, infatti, è di non nuotare controcorrente ma cercare di uscirne lateralmente.

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