Perché dell’ananas non si butta via niente (neanche il torsolo)

Frutto amato soprattutto nella stagione estiva, dell’ananas non i deve gettare nulla. Neppure la parte centrale che risulta più dura: ecco perché.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

L’ananas è tra i frutti più amati sulle nostre tavole soprattutto durante la stagione estiva, molto apprezzata a fine pasto o per una merenda salutare. E siamo abituati a tagliarlo a fette rotonde, partendo dalle estremità, oppure a spicchi magari per una macedonia. In entrambi i casi ne resta esclusa una parte, quella centrale, che è anche la più coriacea e quindi meno piacevole da mangiare.

Il torsolo dell’ananas, una prelibatezza: ecco perché

Eppure, il torsolo può avere molti altri utilizzi: ecco perché, allora, non bisogna buttare via nulla dell’ananas. Se, infatti, istintivamente siamo portati a gettare il cuore dell’ananas, per la prossima volta è bene tenere a mente queste informazioni. Il nocciolo, esattamente come il resto dell’ananas, contiene le medesime sostanze nutritive anzi,ne sarebbe ancora più ricco.

Ricco di preziosi nutrienti

Il torsolo conterrebbe una dose maggiore di vitamina C, vitamina A e calcio rispetto al resto del frutto; sembra  addirittura, dicono che il nucleo dell’ananas conterrebbe fino al 90% della dose di vitamina C consigliata ogni giorno. E ancora, a fronte della ricchezza di sostanze buone per il nostro organismo, lo stesso torsolo avrebbe circa la metà delle calorie rispetto al resto del frutto. E una dose inferiore di carboidrati e zuccheri.

E non è tutto sul torsolo

La parte centrale del nostro ananas regala la bromelina, un enzima digestivo prezioso. Questo, infatti, sarebbe un toccasana in caso di infiammazioni, dolori muscolari e artriti. A ciò si aggiungano anche le proprietà di abbattimento della fibrina, proteina che lavora sulla coagulazione del sangue. È chiaro, ora, perché il torsolo dell’ananas non va buttato? Vediamo quindi qualche idea su come utilizzarlo.

Le origini del frutto

L’ananas (Ananas comosus) è una pianta tropicale della famiglia delle Bromeliacee originaria dell’America del Sud probabilmente del Brasile o del Paraguay. È conosciuta soprattutto per il suo frutto dolce e succoso che è molto apprezzato in tutto il mondo.

La pianta di ananas è bassa e compatta con foglie lunghe strette e spinose che crescono a rosetta. Il frutto dell’ananas è in realtà un’infruttescenza ovvero una fusione di molti piccoli frutti. È ricoperto da una buccia dura e spinosa di colore marrone-giallastro con una polpa interna gialla e succosa.

L’ananas cresce bene in climi tropicali e subtropicali dove le temperature sono costantemente calde, preferisce terreni ben drenati sabbiosi e leggermente acidi. Si può propagare per via vegetativa utilizzando i ciuffi le foglie che crescono sulla sommità del frutto. In molte culture l’ananas è considerato un simbolo di ospitalità e benvenuto. I maggiori produttori di ananas al mondo sono Costa Rica, Filippine, Thailandia, e Indonesia. Ci vogliono circa 18-24 mesi per coltivare un ananas fino alla maturità.

Come consumarlo

L’ideale sarebbe mangiarlo crudo esattamente come il resto del frutto ma non tutti ne amano la durezza e il gusto meno dolce. Un’alternativa è grigliarlo un po’ per renderlo più tenero oppure bollirlo e frullarlo anche per aggiungerlo a zuppe o dessert. Inoltre, può essere aggiunto alla farina d’avena per preparare snack energetici. O ancora, triturato, è perfetto da aggiungere al succo d’ananas o in altri cocktail. E l’estate è servita.

 

 

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